È passata poco più di una settimana dalla grottesca seduta consiliare che ha segnato la fine del Sindaco e del Consiglio Comunale e già se ne sentono di tutti i colori su Rinascita. Illazioni che, spesso, si smentiscono a vicenda. Ci è toccato assistere ad un pubblico dibattimento sul nostro movimento da parte di chi, peraltro, aveva già avuto prova tangibile della nostra lealtà politica. Mettiamo anche questo nel dimenticatoio, anche se –com’è ovvio- i cittadini di Pachino meritano una spiegazione sulla sfiducia al primo cittadino. Nel novembre del 2001 Rinascita aveva individuato un professionista che poteva e –una volta eletto- doveva spendersi per Pachino. Quella scelta fu condivisa dai circa seimila pachinesi che ne sancirono l’elezione. Proprio perché esterno a tutti i partiti, Barone avrebbe dovuto garantire il rispetto degli accordi: invece, nel 2003, sottoscrisse il documento che, depredando Rinascita di un assessorato, garantiva ai partiti del Polo due posti in giunta ciascuno e, senza consultarci, decise l’assessore che avrebbe dovuto lasciare la giunta. Come difesa di Rinascita non c’è male!
Fu di Barone, un anno fa, la scelta di disfare una maggioranza per allargarla all’UDC e, subito dopo, sostituirla con il rientro in massa della Casa delle Libertà. Da allora, come abbiamo previsto, è stata una crisi dopo l’altra, con l’assottigliarsi dei numeri e con una paurosa discontinuità amministrativa, frutto del cambio di nomi e deleghe in giunta. Alla fine, neanche l’ultima alchimia –l’abiura del Polo da parte del Sindaco- è bastata. Responsabili dello sfascio –che è amministrativo oltre che politico- sono Barone e la Casa delle Libertà, da quello che ne è rimasto a Pachino a quello che tenterà di riaccreditarsi per Palermo e Roma in primavera.
Ancora sconcerta ed umilia i cittadini, che pure li avevano premiati, il disgustoso silenzio di tutti gli onorevoloni sulle pagliacciate e i voltafaccia che hanno contrassegnato l’ultimo tango del Polo a Pachino. Neanche una parola da questi che, prima, prendevano carta e penna per reclamare l’immediata assegnazione dei secondi assessorati ai loro amici e che si precipitavano a sorseggiare gustosi aperitivi a Marzamemi per convincere consiglieri a ritornare con loro. Per Noto sono state spese le parole della responsabilità, per Pachino nulla di tutto questo, a conferma totale disinteresse del Polo, provato dalla miseria delle poche briciole fatte arrivare alla città in quattro anni. I pachinesi li ripagheranno con eguale indifferenza al momento opportuno. Il futuro di Rinascita, dunque, è lontano anni luce dalla Casa delle Libertà; lontano, il più possibile, da quelli che nell’ultimo anno, hanno costituito il gruppo del sindaco Barone, lui compreso, qualunque diavoleria abbiano in corso allo stato per ricollocarsi. Il presente è una lista già pronta, una candidatura a Sindaco ed un programma su cui stiamo lavorando, già a buon punto. Rinascita non crede più alle etichette ed ai teoremi: ci sarà un accordo con altri se e solo se si farà di tutto per mettere gli uomini giusti nella condizione di poter realizzare un progetto serio e concreto.
Attenzione, dunque, a dare per venduta -prima di averla scuoiata- la pelle degli orsi: neanche se sono questi ultimi a metterla in vendita.
Per il Coordinamento
Sebastiano Mallia
Fonte:
Rinascita di Pachino il 26-11-2005 - Categoria:
Politica