Bisogna ammettere che le osservazioni che Città Etica ci ha fatto conoscere, attraverso un comunicato, sono pienamente condivisibili e, poiché i DS rappresentano una parte del consiglio comunale e della politica pachinese, seppur minoritaria, ritengo giusto fornire le proprie considerazioni sull’argomento sollevato. La brevità e la sintesi di questo comunicato, però, non deve essere inteso come un non volere approfondire la questione, bensì una prima risposta, appunto, alle riflessioni di città etica. Verranno momenti, si spera, nei quali il dibattito politico sarà più ampio, approfondito e condiviso. La questione della nomina del difensore civico, così come peraltro si è al momento sviluppata, con la sospensione della procedura per consentire una maggiore pubblicizzazione della nomina stessa, mette in primo piano un aspetto del procedimento amministrativo che è anche, a mio parere, politico.
Secondo esperti di diritto amministrativo, e il nuovo segretario comunale conviene, la procedura, pure legittima a norma di regolamento, che prevede la formazione della rosa dei candidati solamente attraverso la conferenza dei capigruppo consiliari era ed è suscettibile di impugnativa presso il TAR perché viola i principi generali del diritto amministrativo che sono, principalmente, il principio del giusto procedimento e quello dell’evidenza pubblica. La prassi giuridica di questi ultimi anni, insomma, impone una maggiore pubblicizzazione nelle nomine e negli incarichi che un’amministrazione legittimamente decide. In sostanza, si ammette la discrezionalità nella scelta, purchè sia garantita la trasparenza e la conoscenza della necessità di “nominare” un esperto o chicchessia, al fine, riteniamo, di consentire pari opportunità ai potenziali candidati. Anche per le altre nomine, di esperti e non, dunque, bisogna attuare meccanismi di informazione civica e di comunicazione trasparente che consentano a tutti di essere a conoscenza della possibile nomina. Il regolamento comunale, specifico per l’elezione del difensore civico, non prevede tale pubblicizzazione e quindi bisogna ovviare a tale carenza, pena la possibilità di essere sommersi da ricorsi vari. La faccenda ha così un risvolto puramente giuridico-amministrativo, ma ne ha anche uno, io credo, prettamente politico. Ed è quello che solleva, giustamente, Città Etica. Il fatto che un Sindaco, una giunta, un consiglio comunale, non possono assumere decisioni così arbitrarie, specialmente se bisogna affidare ad una persona fisica, un determinato incarico o compito. E’ sicuramente nelle prerogative dell’amministratore fare ciò, ma a valle di un processo di trasparenza e correttezza amministrativa che garantisce l’efficienza dell’azione intrapresa.
Bisogna dunque cambiare questi metodi, per nominare un esperto non basta la concertazione tra le forze politiche se essa deve servire solamente a mettere la x sulla casella corrispondente. Non dobbiamo utilizzare le nomine a mero scopo clientelare o per pagare debiti elettorali (e ritengo questa anche un’autocritica poiché, come partito, in altri contesti, non siamo estranei a simili procedure). Bisogna cioè definire, tutti insieme, e assumere un codice etico, di comportamento, di regole, che tanto tempo ci hanno fatto perdere in campagna elettorale, e che tanto poco seguiamo nel post elezioni. Per quanto riguarda il partito dei DS, devo dire che abbiamo avviato con l’attuale maggioranza comunale, un percorso politico che parte dall’elezione del consigliere comunale Bruno a vicepresidente del consiglio e prosegue con un rapporto di collaborazione politica con l’attuale amministrazione. Nel proseguire questo rapporto di collaborazione, come DS, abbiamo però evidenziato la necessità di ricostruire l’intero centrosinistra pachinese, così come lo vedemmo nell’ormai mitico 26 gennaio 2006, in occasione della visita di Rita Borsellino, e di addivenire ad un accordo politico che preveda un accordo programmatico, all’interno del quale il primo punto è sicuramente l’adozione di un codice etico e comportamentale, come indicato nel programma amministrativo del candidato Corrado Ruscica.
Questa richiesta, insieme alla necessità di creare e ampliare gli strumenti di partecipazione civile della cittadinanza pachinese, la consideriamo fondativa di qualsiasi sviluppo della collaborazione dei DS con l’attuale amministrazione. Quello che è certo è che non si può incentrare il dibattito politico sulla questione del difensore civico, sul nominativo da scegliere prima e da far semplicemente ratificare al consiglio comunale. Piuttosto individuiamo criteri e metodi per una scelta, la più ampia possibile all’interno del consiglio comunale, e dimostriamo alla città di volere utilizzare metodi diversi di quelli fin qui visti. Cerchiamo di utilizzare le nostre energie per affrontare tutti i problemi e le sfide dell’immediato futuro e di quello dopo. La questione ambientale, SIC, centrali eoliche, agricoltura, sanità pubblica, servizi ai cittadini. Tutte faccende che ci stanno per cadere addosso o ci sono già cadute. Concentrarci sul nome del difensore civico e non vedere il resto, non è solamente sciocco, è, soprattutto, irresponsabile.
Pachino, 08/10/2006
f.to il segretario politico della sezione
“A. Gramsci” dei D.S. di Pachino
(Salvatore Borgh)
Fonte:
Sezione “A. Gramsci” dei D.S. di Pachino - Turi Borgh il 08-10-2006 - Categoria:
Politica