Cari concittadini,
abbiamo voluto rivolgere solo a voi questa lettera: non certo a chi cercherà, fino alla fine, di nascondere le sue gravissime responsabilità.
Oggi non ci interessano le loro colpe, ma le nostre. Non ci siamo tirati né ci tireremo mai indietro quando si tratterà di riconoscerle, soprattutto se servirà ad evitare gli errori del passato.
La morte di Mauro Adamo ha creato nel nostro gruppo un grande vuoto umano e politico: sentivamo quindi il bisogno di cercare, anche al di fuori del nostro movimento, chi potesse continuarne l’opera. Ci siamo così rivolti alla società civile ed al contesto produttivo dell’agricoltura: la nostra parola d’ordine, da sempre, è stata la partecipazione.
Circa seimila cittadini hanno considerato valida quella scelta.
Tuttavia, la politica è un difficilissimo banco di prova. Il profumo del potere, le asprezze della lotta e le tentazioni che si accompagnano alle cariche elettive, mettono a dura prova chi si trovano a ricoprire qualunque incarico di grande responsabilità.
L’errore di Rinascita è stato quello di aver indicato chi non aveva percorso alcun cammino col movimento. Chi non potevamo giudicare per averlo visto in passato all’opera per il bene comune.
Per raggiungere i risultati che attendiamo da tempo, abbiamo ritenuto necessario che Pachino potesse essere lo sbocco di un binario che da Roma, via Palermo, potesse far confluire finanziamenti ed occasioni di sviluppo. Nel 2001 questo binario, secondo gli italiani, i siciliani e, secondo l’orientamento dei pachinesi, percorreva l’ala destra dello schieramento politico.
Pur di coltivare il sogno –rivelatosi poi un’amara illusione- di una politica efficiente, abbiamo accettato il dialogo con gente lontana dal nostro modo di intendere la politica.
Non è solo un questione di “vecchi” e di “nuovi”: ci siamo confrontati (in nome della stabilità amministrativa) anche con chi si è dimostrato non meno spregiudicato di tanti vecchi marpioni.
Riconosciamo di aver limitato tutte le nostre attenzioni solo agli ambiti della nostra azione amministrativa: li abbiamo difesi il più possibile (anche a costo di scelte dolorose ma moralmente ineccepibili) perché credevamo che fosse necessario almeno salvare il salvabile.
Abbiamo però trascurato la doverosa attenzione critica all’amministrazione nel suo complesso. Resici conto che non si decollava e che -visti i compagni di viaggio- non si poteva più decollare, era giusto ridare finalmente la parola ai Pachinesi. Da qui la sfiducia al Sindaco Barone, con la quale si è riusciti ad azzerare anche il Consiglio Comunale.
Desideriamo, ora che si è aperta una nuova fase, far tesoro di questi errori: il nostro obiettivo -quindi- non sarà tanto di vincere le elezioni, ma di vincere soprattutto il dopo elezioni.
È, infatti, la sfida dell’amministrazione efficiente, dello sviluppo politico e sociale della nostra Città che ci ha visti tutti, anche per altre gravi responsabilità, in larga parte perdenti.
I mesi che restano da qui alle elezioni serviranno per progettare ed individuare compagni di viaggio all’altezza del compito e non più simboli privi di contenuto: questi ultimi (vecchi o nuovi) servono solo a buttare fumo negli occhi della gente.
La prossima sfida è decisiva: non si chiuderà con lo spoglio dell’ultima scheda ma inizierà esattamente da lì per i cinque anni a venire. Forse i più importanti della nostra storia di popolo.
A noi e, soprattutto, a voi -alla vostra saggezza ed alla vostra libertà- saperla finalmente vincere.
Il Gruppo di Coordinamento
Fonte:
Rinascita di Pachino - Sebastiano Mallia il 06-12-2005 - Categoria:
Politica