Negli ultimi quattro anni la conduzione dell’amministrazione comunale a Pachino ha avuto il chiaro volto del centrodestra e, purtroppo, della peggiore specie. Non si è potuta registrare una sola azione di governo, fin dal primo giorno, che potesse far credere al raggiungimento di soluzioni per i problemi del nostro comune. Le vicende politiche ed amministrative della coalizione del sindaco Barone sono registrate nella cronaca e non è necessario ricordarle nei dettagli, quello che vogliamo sottolineare è che l’accozzaglia che si mise insieme per guidare il paese non aveva nessun progetto politico e nessuna idea forte a fondamento delle proprie azioni.
Ecco dunque rendersi necessario, per la città di Pachino ed i suoi abitanti, costruire un progetto politico vero e realizzabile per consentire la svolta che tutti ci aspettiamo. L’Unione, progetto politico ideato e realizzato per la guida della nazione, può essere la soluzione che cerchiamo. E’ un obiettivo nel quale crediamo e che abbiamo costruito, unitamente agli altri partiti, per arrivare alle elezioni amministrative di maggio. Il 27 gennaio 2006 con una partecipazione cittadina straordinaria, davanti a Rita Borsellino e Anna Finocchiaro, tutti i componenti dell’alleanza di centrosinistra, sotto le insegne dell’Unione, abbiamo firmato un progetto politico riformista per il governo della città di Pachino.
Il passo successivo è stato quello di affrontare l’argomento delle regole organizzative della coalizione. Un argomento importante, seppur spinoso e “antipatico”, ma che deve essere affrontato per evitare nel prosieguo della vita della coalizione, soprattutto in caso di vittoria, di ritrovarsi in difficoltà. Probabilmente discutere per un mese delle cosiddette regole ha spostato il livello della discussione verso il basso, facendo prevalere solamente una presunta quantificazione del consenso senza curarsi della questione politica di fondo, e cioè che la prossima amministrazione può e deve essere una amministrazione di centrosinistra, chiara e netta. Nell’ultima settimana, invece, abbiamo registrato la formazione di una coalizione nella coalizione, autodefinitasi “centrista”, che di punto in bianco ha cercato di spostare l’asse portante della coalizione dai partiti dell’Unione verso le liste civiche, con la colpevole complicità della Margherita locale, dimenticando essa che la formazione diretta da Rutelli è un partito fondamentale dell’Unione e su di essa scommette in tutta Italia.
La classica goccia che ha fatto traboccare il vaso è stata la decisione, più che improvvida, di convocare una conferenza stampa nella sede di Rinascita, dichiarando apertamente di non aver voluto invitare i DS e Rifondazione, senza neppure spiegarne i motivi, lasciando, pertanto, intendere all’opinione pubblica che la coalizione, da quel momento in poi, sarebbe stata condotta e gestita dai neonati centristi. E qui sta il punto che noi contestiamo, la coalizione ha avuto fin dall’inizio un suo motivo di esistere anche perché si contrappone, politicamente e concettualmente, all’esperienza appena conclusa. Non possiamo dunque prescindere dall’identità della coalizione, dal percorso che si vuole seguire e, soprattutto, dalla guida della futura amministrazione. E’ vero che si è addivenuti ad un chiarimento internamente alla coalizione, durante il quale esplicitamente solo la lista di Rinascita, bisogna dire le cose come si sono svolte, ha ammesso che l’idea di riunirsi in maniera parziale, escludendo DS e Rifondazione, è stato un errore. Tuttavia il rappresentante della Margherita ha ribadito la propria intenzione di proseguire su quella china e lo ha ripetuto anche in colloqui successivi, nei due giorni seguenti.
Ecco allora che l’elemento di perplessità, da parte nostra, che si riteneva superato torna a presentarsi tale e quale. A questo punto, considerato che non si poteva continuare senza il necessario chiarimento, poiché non siamo un partito di ipocriti, ma militanti di una forza politica che ha una storia di 60 anni, il segretario per primo, e i suoi collaboratori, abbiamo sentito il dovere di consultare i nostri iscritti su questa vicenda.
La conclusione della verifica interna è stata chiara e ha rafforzato la posizione presa dal segretario, la coalizione di centro sinistra, così com’è fino ad oggi, è considerata dal partito dei Democratici di Sinistra della sezione di Pachino, un grosso risultato raggiunto.
Riteniamo che la scelta di tutte le forze politiche che hanno firmato il progetto politico, alla presenza di Rita Borsellino, sia coraggiosa e in linea con la voglia di costruire un’amministrazione con al centro i cittadini e i loro bisogni.
Siamo convinti che la guida dell’alleanza, sia amministrativa che politica, debba avere una connotazione politica ben precisa, identificabile nelle forze politiche dell’Unione. Lo stop del venerdì 24 febbraio non vuole quindi intendersi come la sconfessione di quanto fin qui ottenuto, ma come una richiesta di modifica di alcuni comportamenti interni alla coalizione, presi con l’evidente intento di marginalizzare soprattutto i Democratici di Sinistra. Obiettivo che, mi pare ovvio, non possiamo consentire a nessuno.
Le polemiche sorte il giorno dopo ci dicono, ahime, che sembrerebbe esistere una sorta di premeditazione, soprattutto da parte di un partito dell’Unione che sta andando verso una strada completamente sbagliata. Si può, infatti, ammettere la tentazione delle liste civiche di condurre il gioco verso parametri esclusivamente numerici, considerandoli preponderanti su quelli politici. Non capiamo la posizione della Margherita che, di contro, esprime posizioni di rottura contro i partiti dell’Unione, contro il partito dei DS, con cui ha fatto un accordo politico unitario a livello nazionale e con il quale si presenterà insieme nelle liste delle elezioni per la Camera dei Deputati.
La favola di partito centrista, peraltro, ci sembra in evidente contraddizione con le scelte di Rutelli e della dirigenza nazionale, regionale e provinciale della Margherita, non dimenticando la prospettiva del partito democratico. Su questo chiediamo, quindi, un confronto chiaro e netto.
Il lavoro svolto fino a questo momento ci dice che potremmo essere sulla strada giusta, riportiamo dunque la discussione su temi politici e programmatici e verifichiamo se esiste la possibilità di concludere un lavoro che, da parte nostra, non rinnegheremo perché ci ha visti impegnati al massimo e sul quale ci siamo spesi tantissimo. Le primarie che hanno stabilito la vittoria di Rita Borsellino, a Pachino più che negli altri comuni, ci hanno detto che il nostro elettorato rifiuta e rifiuterà scelte contraddittorie, vaghe e non riconducibili a opzioni politiche riformiste e desiderose di interrompere questo digiuno della politica che da troppo tempo viviamo a Pachino.
Concludo ribadendo alcune affermazioni che ho fatto all’inizio di Gennaio, prima che si concretizzasse l’alleanza di centrosinistra che, almeno per noi, ancora esiste e, rileggendole, mi hanno convinto della giustezza della nostra posizione. “Ecco, dunque, quale è la grande e vincente scommessa che tutti noi, cittadini e dirigenti politici del centrosinistra, dobbiamo riuscire a vincere: creare quel famoso amalgama che nelle squadre di calcio vuol dire imporre il proprio gioco e vincere, mentre nelle alleanze politiche vuol dire condividere le scelte e decidere in base ad un sentire comune.
Questo sentire comune, per noi democratici di sinistra, significa stare dentro un unico progetto politico, ovviamente di centrosinistra, che distingue e qualifica le azioni di governo.
Per questo motivo puntiamo molto sulla necessità che i componenti di questa grande alleanza democratica per la cittadinanza, condividano l’irrinunciabilità del valore dell’Unione inteso come un valore assoluto. Proprio perché si deve partire dalla necessità di far parte di un progetto politico che sia un riferimento ben preciso per le elezioni comunali prossime e non solo per esse.
Proprio perché il nostro territorio ha bisogno di un gruppo dirigente che sia all’altezza delle sfide dei prossimi dieci anni.
In questi giorni, allora, abbiamo davanti due possibili scelte: una di alto profilo e una di basso.
In quella di alto profilo si dovranno verificare le condizioni che dicevo prima e cioè un’alleanza che veda tutta l’Unione presente, nessuno escluso, ognuno con il proprio carico di identità e di proposta politica, e altre forze come la lista Rinascita e la lista Campisi, che decidono, strategicamente, di entrare nell’alleanza e condividerne il progetto. Una convergenza di partiti politici e di movimenti, che sentono lo stesso dovere nei confronti della cittadinanza pachinese e si sentono partecipi della stessa anima che muove l’alleanza.
Nella soluzione di basso profilo, quella senz’anima per capirci, ognuno di noi può essere libero di andare a cercare l’alleanza più conveniente e magari pure vincere le elezioni comunali. Ma avremo fatto un torto a tutti, a noi stessi per non aver saputo cogliere la possibilità di allargare l’alleanza politica e ai pachinesi perché non avremo saputo offrire quella squadra di governo necessaria ad affrontare le tante e difficili scelte amministrative, come, del resto, abbiamo visto nell’ultima amministrazione comunale.
Una squadra per vincere non ha bisogno soltanto di tanti campioni, ha bisogno di umiltà, di spirito di sacrificio e di capacità di tenuta, di seguire quelle famose regole di lealtà, rispetto reciproco e solidarietà, indispensabili a qualsiasi alleanza.
Noi, democratici di sinistra, vogliamo una squadra con l’anima.”
Pachino, 01/03/2006
il segretario politico della sezione
“A. Gramsci” dei D.S. di Pachino
(Salvatore Borgh)