Ci scuseranno l'irriverenza i signori di quella che è stata per una brevissima stagione, vale a dire lo spazio di un paio di settimane, l'Unione di Pachino, ma quella che si è inizialmente presentata come una bella favola assomiglia oggi ad una tragicomica o al più, ad una favola monca. Oggi l'Unione appare essere la favola di Biancaneve e i sette nani ..... senza Biancaneve.
Fine della metafora.
Serietà ci imporrebbe di tentare un'analisi quanto più oggettiva possibile, ma, oggettivamente ... non riusciamo ad esprime altro che sconcerto: per la labilità della memoria di ciò che è avvenuto e per il protagonismo che, da solo, sembra essere l'unica molla che spinge a far politica.
Così ci tocca ancora assistere alle stesse cose che vorremmo disperatamente lasciarci alle spalle, ovvero: autocandidature di chi crede ciecamente solo nelle proprie capacità ed altrettanto ciecamente rifiuta aperture e dialogo; calcoli su chi ha o ritiene di avere più numeri e quindi più forza contrattuale; accordi sotterranei che di notte cambiano le carte di accordi palesi scritti di giorno; posizioni rigide e massimaliste che invocano accordi e contemporaneamente li impediscono.
Sissignori …. va di nuovo in onda “la Vecchia Politica”.
Così, tanto per dire le cose come stanno, è bastato che si cominciasse a parlare di chi candidare a Sindaco per disunire l’Unione di Pachino, che oggi infatti … non c’è più.
L'intento unitario si è fermato solo al nome della coalizione, che si è ormai avviata a presentarsi alla competizione elettorale spaccata in più parti (alla faccia della coalizione) e con propri candidati.
Sulla ricerca delle colpe di tale stato di cose ognuno potrà esercitarsi come vuole e secondo il grado di obiettività che è in grado di esprimere.
Città Etica ha già espresso un suo parere al riguardo nell'appello datato 8/3/06 e per tutta risposta ha avuto il silenzio di tutti i gruppi dell'Unione ed una sarcastica e canzonatoria lezione sul tema dell'etica impartitaci dal Coordinatore di Rinascita di Pachino dal quale avremmo gradito più risposte e meno ironia, avendo noi evidenziato questioni concrete e non raccontato barzellette.
Non ci interessa scendere in polemica ma chiariamo una volta per tutte: se in qualunque momento Città Etica ha dato una impressione di se che ha lasciato intravedere un atteggiamento di sufficienza o un malcelato complesso di superiorità verso chicchessia questo è stato sicuramente involontario poiché l’unico vero intento è stato quello di non rimanere più spettatori passivi del degrado della vita politica ed amministrativa e la scelta di parlare. E riteniamo che questo sia stato fatto con parole chiare ma anche con molta umiltà come dimostra la scelta di non scendere in competizione diretta con i soggetti politici e, d'altra parte, se chiediamo a costoro l'esercizio dell'umiltà, non potremmo non praticarla;
se,viceversa, è specifico intento dei vari soggetti politici quello di ignorare volutamente o ironizzare sulle cose che Città Etica va dicendo perché considerano che non essendo (appunto) “scesa in campo” allora non conta niente oppure perché gli si chiede di cambiare i modi della politica maneggiona che, invariabilmente, passa sopra le teste dei cittadini e mira solo a soddisfare le ambizioni di carriera politica di pochi soggetti, allora Città Etica … NON CI STA'!
Noi siamo parte (piccola o grande che sia) dei cittadini che abitano questo luogo nonché di quei cittadini presenti al momento dell'assunzione del solenne impegno preso davanti a Rita Borsellino.
Quell'impegno si sostanziava in una promessa fatta di ricercare ogni possibile strada per non consentire che si ripetessero le tragiche esperienze amministrative del passato più o meno recente e non consegnare supinamente il governo della città ai comitati di affari.
I cittadini che guardano e sperano nell'Unione ci hanno creduto dimostrandolo con il loro massiccio intervento alla manifestazione ... noi ci abbiamo creduto.
Ma con quanto dimostrato fino ad ora bisogna constatare che quello che pensa e spera la gente comune non è prioritario per molti dei politici che hanno inteso collocarsi nell'Unione.
Così però, sia ben chiaro, che l'Unione non va da nessuna parte.
Si… coloro che si sono assunti la responsabilità di sfasciare la coalizione per motivi vari (imposizione o preconcetto rifiuto di candidature, rifiuto delle primarie, intransigenza e rifiuto di dialogo), potranno forse pensare di giocarsela ai voti per puntare ad un ballottaggio nel quale le altre forze amiche (?!?), che escono battute al primo turno, non avendo alternative, si troveranno costrette ad aggregarsi contrattando il proprio appoggio in termini di poltrone e deleghe. E se questo, miracolosamente, alla fine riesce a dare un risultato, ovvero un Sindaco, allora prepariamoci a vivere un ulteriore stagione di equilibrismi politici o di balletti assessoriali simile a quanto già visto troppe volte.
Come dicevamo …. “vecchia Politica”.
Ma è mai possibile che non si sia ancora compreso che bisogna andare oltre?
Quello che c'era da fare era ben chiaro e l'inizio era perfino azzeccato:
a) si doveva costruire la coalizione (come si è fatto);
b) poi occorreva accordarsi su un nome di altissimo profilo da candidare a Sindaco escludendo auto-candidature o superando veti incrociati, magari con il ricorso alle primarie per dare la parola ai cittadini o, in alternativa, con una seria trattativa ad oltranza di quelle, per intenderci, in cui si antepone la volontà di addivenire ad un accordo ad ogni altra considerazione personalistica e ci si alza dal tavolo solo ad accordo raggiunto;
c) il candidato Sindaco con le indicazioni dei responsabili delle forze politiche della coalizione, e con pari dignità fra le medesime, avrebbe dovuto predisporre il suo programma (qualcuno ha fatto caso che ci sono fra centro-sinistra e centro-destra almeno 6 o 7 candidati e nessun programma!!!) che tutti avrebbero dovuto sottoscrivere impegnandosi a realizzarlo in caso di elezione, pena le dimissioni ed il ricorso a nuove consultazioni elettorali;
d) il candidato sindaco ed i responsabili delle forze politiche della coalizione avrebbero dovuto altresì definire ed accordarsi subito su regole precise da seguire per definire i rapporti di forza e la possibile ripartizione delle future cariche assessoriali sulla base degli esiti del voto;
e) infine tutte queste intese avrebbero dovuto sostanziarsi in un documento ed essere blindate con la sottoscrizione di tutti e portate a conoscenza dell'elettorato con l’impegno di governare unitariamente, vale a dire senza trucchi, pena l’esclusione dalla coalizione per chi contravviene o (ancora una volta) dimissioni ed il ricorso a nuove consultazioni elettorali.
Questo andava fatto e questo si attendevano i cittadini e Città Etica con essi. Senonché, pare di capire, i politici sono piuttosto allergici ai termini ed al linguaggio che usiamo, ovvero ad espressioni del tipo: “dimissioni”; “dialogo”; “programmi”; “spersonalizzazione della politica” e tutte quelle altre amenità di cui Città Etica va blaterando nei suoi documenti ed, in primo luogo, nel Codice Deontologico dell’Agire Politico che abbiamo proposto ai vari gruppi politici ottenendone somma indifferenza.
Questa la situazione per come la vediamo noi.
Probabilmente sbagliamo su molte cose e, per questo, invitiamo tutti i responsabili dei partiti e delle liste che si sono iscritti nell’Unione di Centro-Sinistra a fare quello che non hanno saputo fare fra di loro, ovvero confrontarsi su questa specifica questione, dialogare con noi e dare, se lo ritengono, delle risposte.
Vorremmo inoltre invitarli poiché riteniamo che non sia ancora troppo tardi a riconsiderare le scelte fin qui fatte per fare ciascuno…. un passo indietro.
Chissà che questo non gli consenta di fare molti passi avanti per se stessi e per tutta la collettività.
Potranno ancora scegliere di ignorare tutte le considerazioni che abbiamo, fin qui, elaborato ed andare avanti divisi ma di ciò si assumeranno tutta la responsabilità politica con la prevedibile disfatta alle elezioni amministrative e durante i prossimi anni di governo consegnato al centro-destra.