Congelate dimissioni dei due assessori

PACHINO - Sono state temporaneamente congelate le dimissioni presentate dai due assessori di Rinascita Piero Scala e Giuseppe Gambuzza. Ieri mattina i due assessori hanno presentato al primo cittadino le dimissioni. Il sindaco Barone ha però ritenuto opportuno chiedere ai due amministratori di rimanere in carica per altri otto giorni data la situazione di grave difficoltà in ambito agricolo che ha portato già ieri mattina il primo cittadino a dover lasciare la casa municipale per discutere e concordare con le istituzioni preposte alcuni interventi nel settore della viticoltura e del mondo dell'ortofrutta. Gambuzza e Scala, rispettivamente assessori alle politiche sociali ed al turismo dunque rimarranno in carica ancora per un'altra settimana, nonostante nessuno dei due ricopra le deleghe all'agricoltura o al commercio che potrebbero apparire legate al momento di emergenza. Tuttavia essi non percepiranno le indennità di carica relative a questi ulteriori otto giorni avendovi spontaneamente rinunciato. Il movimento civico di Rinascita ha comunque precisato che i due assessori sono e rimarranno dimissionari. Intanto gli ambienti politici sono in piena fibrillazione. Il primo cittadino infatti, nonostante si fosse dichiarato contrario alla scelta di Rinascita di lasciare la stanza dei bottoni, sembra avere avviato i tavoli degli incontri, contattando alcuni esponenti dell'Udc. Sulle trattative peserà comunque la decisione che la Casa delle libertà siracusana ha adottato nei giorni scorsi quasi in contemporanea alla decisione di Rinascita di abbandonare l'esecutivo, e cioè quella di sfiduciare Barone. Le trattative che il sindaco dovrà portare avanti sono dunque imperniate prima a salvare la poltrona e poi quelle per dare un'amministrazione credibile e duratura alla città. Una cosa è certa, se ci riuscirà la giunta che sarà varata sarà l'ennesima di questa legislatura. Nonostante il diktat provinciale comunque la situazione all'interno dei vari partiti di centrodestra non sembra univoca. L'Udc ha al suo interno due correnti.

L'una volta a procedere alla presentazione della mozione di sfiducia anche se al momento la Cdl non conta i 13 consiglieri necessari, mirando a trovare consensi all'interno del consiglio per la destituzione del sindaco, l'altra che, constatata l'impossibilità numerica di votare la sfiducia, vorrebbe dare una maggioranza a Barone al fine di assicurare un periodo di continuità amministrativa alla città e nello stesso tempo far partire le opere già finanziate oltre che programmarne delle altre che una futura amministrazione potrà trovare in stato avanzato ed attuare. Coloro che sostengono questa seconda teoria sarebbero inoltre, constatato l'eventuale diniego degli alleati o anche degli stessi compagni di partito per motivi puramente pregiudizievoli, pronti ad andare avanti anche da soli. Situazione di spaccatura anche in Forza Italia, dove le lacerazioni interne non aiutano alla soluzione del problema. Gli azzurri ancora una volta si confermano partito chiave della Cdl dato che è proprio l'indisponibilità di alcuni consiglieri azzurri a far saltare i piani dei dirigenti provinciali del centrodestra di nuove elezioni. Ma la crisi forzista rischia di pregiudicare anche i rapporti della alte sfere di Fi dato che le due fazioni contendenti vengono spalleggiate rispettivamente da elementi di spicco del partito trainante del Polo. Infine resta An, forse la più restia a riallacciare i rapporti con Barone, sempre che questi intenda dialogare con il partito di Fini. Molto dipenderà anche da come verranno impostati i rapporti con il circolo pachinese. L'orientamento dei vertici provinciali è quello della sfiducia secca al primo cittadino, ma, nel caso in cui la decisione non venisse supportata dagli alleati An non potrà correre il rischio di rimanere isolata all'opposizione con il resto della Cdl ben accomodata in poltrona.

Salvatore Marziano
Fonte: LaSicilia.it il 28-09-2004 - Categoria: Politica

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Il congelamento dei due assessori di Rinascita ha scatenato subito qualche specializzato in dietrologia comparata della politica(nel senso che tende a vedere sempre qualcosa, spesso dietro di sè).
Per curare questa malattia dello spirito spesso non basta la precisazione. Siccome però non sono uno psicologo, mi limito a quest'ultima.
Evidentemente a qualcuno sfugge che, impegnato come dev'essere in questa problematica grave per tutta l'economia pachinese, il Sindaco non può occuparsi di crisi agricola e, al contempo, di anziani, di semiconvitti, di assistenza sociale, nè di pubblica istruzione ecc.
Non gli resterebbe, avendo a che fare anche con queste cose, tempo per occuparsi di questa emergenza.
Non ci vuole certo un drago per capire queste cose: eppure si sollevano dubbi "a go go" chiedendosi il perchè e il percome... Quanto al "prima" ("l'emergenza dura da tempo!" come dice stamani il capogruppo dell'UDC) bisognerebbe aggiustare la percezione spazio-temporale: prima di lunedì gli assessori di Rinascita non erano dimissionari e, quindi, hanno coadiuvato il Sindaco -consentendogli di occuparsi anche di questa emergenza con il peso e la responsabilità di chi ha le conoscenze adatte del settore- fino a sabato.
Se Valerini e soci hanno già gli assessori pronti (ed essi sono già di gradimento del Primo Cittadino) siamo ben felici di "scongelare" le dimissioni -che, comunque vada, si scongeleranno da sole lunedì- per lasciare spazio ad essi.
Con un timore in più, però: che essi saranno così preoccupati di guardarsi le spalle (dai loro stessi fantasmi) da dimenticare che, in politica, bisogna guardare soprattutto avanti.
Il Coordinatore del Movimento Rinascita di Pachino
Sebastiano Mallia