PACHINO - È successo proprio di tutto nell'attesa seduta consiliare di lunedì scorso, ed alle difficoltà politiche si è affiancata l'ironia del consigliere dell'Udeur, Francesco Guastella, che alle dure critiche nei confronti del sindaco Barone, ha accoppiato anche la simbolica consegna di un «Tapiro d'oro» al sindaco visibilmente turbato a seguito delle critiche che i consiglieri gli hanno mosso ritenendolo unico responsabile della situazione politica in cui versa la città. Il momento di ironia però non è riuscito a lenire il clima di alta tensione registratosi in aula. La seduta è iniziata con la dichiarazione del consigliere Angelo Petralito, ex Forza Italia, che ha dichiarato ufficialmente la sua appartenenza alla Margherita. Una notizia data da tempo per scontata ma che ha trovato solo ieri l'ufficialità in Consiglio. Davanti a una platea gremita, a conferma di come la gente abbia a cuore le sorti della propria città e segua la vita politica, ad aprire le danze è stato il capogruppo forzista Corrado Quartarone che ha ribadito in aula i motivi del passaggio all'opposizione del suo partito. «Non siamo stati messi in condizione - ha affermato Quartarone - di poter amministrare perché altri decidevano per noi facendo apparire le scelte fallimentari come conseguenza della nostra azione». A dare manforte a Forza Italia è poi intervenuto il consigliere Nino Spatola, da sempre voce critica di An che, in dissenso con il proprio partito che attualmente mantiene due assessori in carica, ha rimarcato come nessuno dei punti programmatici previsti nel programma elettorale del 2001 fosse stato realizzato. Spatola poi ha più volte preso la parola nel corso della serata evidenziando e rimarcando le lacune amministrative durante le numerose e diverse fasi della vita politica dell'amministrazione Barone. Il sindaco dal canto suo non è stato tenero con i consiglieri. «Non si capisce - ha esordito Barone - come mai Fi dopo 3 anni di amministrazione in cui ha curato due settori determinanti dell'amministrazione quali i lavori pubblici ed il bilancio ora si accorge di non essere stata messa in condizione di amministrare. La verità è che i consiglieri chiedono sempre di più ed io non ho un sacchetto pieno di ossa per poterli accontentare. Chiedo la fiducia sui progetti e voglio vedere chi ha il coraggio di non votarli in aula.
In caso contrario sfiduciatemi pure». Sulla vicenda giudiziaria Barone ha poi continuato: «Le lettere anonime ed i veleni vengono dalla piazza, salotto dei pachinesi che io ho imparato ad odiare. Il male che in realtà va perseguito è questo modo di fare politica che tenta di distruggermi perché non si riesce a farlo in altro modo». Ma a ribattere alle accuse del sindaco è stato l'esponente della Nuova Dc Sebastiano Rosa. «Il sindaco vuole fare la vittima - ha affermato - ma gioca all'asso piglia tutto. Ha giocato allo sfascio mettendo i veti sui partiti e sugli assessori indicati che erano professionisti seri. Ha distrutto una maggioranza di 15 consiglieri. Chi oggi è in Giunta ieri firmò la mozione di sfiducia e fu autore dei manifesti di vergogna». Dal capogruppo di Rinascita si è avuta la fase propositiva. «Abbiamo toccato il fondo, -ha affermato Salvatore Blundo- perché la giunta in atto a detta dello stesso sindaco era l'ultima spiaggia. È questo il momento di vergognarsi, perché si ha accanto coloro che in passato hanno bloccato la città bocciando il piano triennale ed il consuntivo di bilancio. Ora ci sono due soluzioni possibili, o le dimissioni o il varo di una giunta tecnica che possa permettere di arrivare alla scadenza naturale del mandato».
Salvatore Marziano
Fonte: LaSicilia.it il 02-03-2005 - Categoria: Politica