PACHINO - Scadrà nei prossimi giorni il termine ultimo, concesso dalla regione Sicilia, assessorato territorio ed ambiente, ai comuni dell'isola per comunicare al governo regionale eventuali incongruenze o problematiche legate all'esatta individuazione dei confini delle aree Sic e Zps, le aree che la Comunità europea ritiene di dover tutelare a seguito della emanazione delle direttive «Habitat» ed «Uccelli». La Regione sta provvedendo a verificare i confini delle zone a protezione speciale (Zps) e dei siti di interessi comunitari (Sic) così come prevede il manuale delle linee guida per la redazione dei piani di gestione dei siti «Natura 2000». In passato l'individuazione di tali confini e dei siti destinati a particolari tutele volte al mantenimento delle biodiversità ed alla tutela del territorio, aveva comportato numerose proteste soprattutto nei territori di Pachino e Portopalo di Capo Passero tanto che i comuni ma anche numerose aziende ed associazioni avevano fatto ricorso alla giustizia amministrativa contro le decisioni della Regione che aveva individuato i territori da destinate a zone di tutela sulla base di cartografie non esattamente rispondenti alla realtà dei luoghi. Ciò aveva comportato che buona parte del territorio dove si produce il famoso ciliegino di Pachino Igp e dove sorgono numerose aziende finanziate dalla stessa Comunità europea, rientravano integralmente nei confini dei territori finalizzati ad area protetta con conseguenze negative sull'economia locale basata sull'agricoltura moderna e tecnologica. Anche diverse zone fortemente urbanizzate ed antropizzate come ad esempio Granelli o la zona a ridosso della frazione di Marzamemi dove sono numerose le costruzioni persino di ville e seconde case veniva ad essere ricompressa nei confini delle aree di tutela che di fatto cristallizzavano la zona impedendone l'espansione ed il pieno sfruttamento. Una contraddizione che portava a vere e proprie assurdità ed a casi clamorosi come ad esempio nell'azienda di itticoltura Spatola dove le mappe riportano una situazione dei luoghi diversi che ha subito numerosissimi cambiamenti già dagli anni sessanta quando un'opera di canalizzazione artificiale e di radicale bonifica confinò la zona acquitrinosa al solo territorio di Ispica mentre sul territorio di Pachino fu allestita una moderna azienda di allevamento ittico controllata dall'opera dell'uomo e che dunque non ha nulla da tutelare dal punto di vista naturalistico.
Tuttavia era stata confinata integralmente nelle aree Sic e Zps. La Regione, per porre rimedio a tutto ciò ha chiesto il mese scorso ai comuni siciliani di evidenziare i territori dove si verificano queste contraddizioni onde evitare di imporre tutele ad aree non idonee con conseguenze negative. Tutto ciò entro un termine di 30 giorni che per Pachino andrà a scadere il prossimo 7 agosto. Nei giorni scorsi l'Associazione nazionale libera caccia ha provveduto a diffidare la casa municipale ad adempiere a tale prescrizione ed a comunicare alla regione le incongruenze che si verificavano in territorio pachinese con la precedente individuazione cartografica. Lo stesso aveva fatto in precedenza l'azienda di itticultura Spatola. Nulla invece si sa del Consorzio di tutela Igp Pomodoro di Pachino e delle altre aziende interessate. L'assessore ai lavori pubblici Sebastiano Zocco ha dato assicurazioni di un'efficace azione da parte del comune, ma ad oggi non è stata resa nota alcuna bozza da trasmettere alla Regione.
Salvatore Marziano
Fonte:
LaSicilia.it il 04-08-2008 - Categoria:
Cronaca