PACHINO - Nuovo fronte di malcontento all'interno della casa municipale. Dopo lo stato di agitazione dei dipendenti della ditta Busso che minacciavano lo sciopero ad oltranza, (sciopero poi scongiurato a seguito del pagamento di alcune rate scadute nei confronti dell'azienda che si occupa della raccolta dei rifiuti), e dopo la protesta dei dipendenti della ditta delle pulizia che per settimane non ha provveduto ad effettuare il riordino degli uffici, ora potrebbe essere la volta dei dipendenti della stessa casa municipale ed in particolare dei cosiddetti contrattisti da qualche mese assunti a tempo indeterminato. Il comune infatti, a seguito delle ristrettezze economiche, non potrebbe più garantire l'integrazione oraria di questi dipendenti, fatta eccezione per coloro che prestano servizio nel corpo della polizia municipale. I contrattisti erano stati stabilizzati con un contratto che prevedeva un servizio di sole 18 ore settimanali, orario che veniva poi integrato dalla stessa casa municipale con altre 18 ore, equiparando così il servizio a quello del resto del personale.
Ora l'integrazione oraria sarebbe diventata insostenibile per le asfittiche casse comunali. Una comunicazione sarebbe già partita al fine di rendere nota la sospensione dell'integrazione oraria fino al mese di dicembre. Ciò ha scatenato la polemica, e forme di protesta potrebbero essere adottate lunedì, alla riapertura degli uffici.
I motivi di lagnanza sarebbero da ricercare nella differenziazione fatta durante la stabilizzazione, tra i dipendenti contrattisti, e soprattutto a seguito dei progetti obiettivo assegnati dal primo cittadino ad alcuni dipendenti. A rinvigorire la polemica sono poi le modalità con cui verrebbero liquidate le somme dovute al personale. Da qualche tempo infatti, gli impegni di spesa per la corresponsione degli emolumenti extra sarebbero coperti da riserbo per motivi di privacy. Non si tratta di una novità assoluta per la casa municipale, ma, in tempi di ristrettezze economiche, la questione torna a far discutere. In particolare infatti, alcuni dipendenti lamentano che, dietro i motivi di riservatezza, potrebbero celarsi differenti modalità di trattamento se non vere e proprie discriminazioni. Una polemica, questa, alimentata anche da piccole gelosie e rivalità tipiche della maggior parte degli ambienti di lavoro. Si riaccende comunque, la vecchia problematica di come far conciliare i motivi di riservatezza con il principio della trasparenza della pubblica amministrazione.
Salvatore Marziano
Fonte:
LaSicilia.it il 04-09-2011 - Categoria:
Cronaca