Come fosse un randagio o un satellite spia, il pomodorino viaggia con un microchip nascosto nella polpa. È possibile così seguire il tortuoso percorso che porta la prelibatezza delle serre di Pachino e Comiso fino ai centri di stoccaggio di Napoli e poi magari di nuovo, dopo la sistemazione in vaschette, giù nei mercati siciliani con un rincaro anche del 263 per cento. Sono i viaggi e l´oligopolio della grande distribuzione che spiegano l´esorbitante lievitazione dei prezzi che porta un chilo di prodotto dai due euro pagati agli agricoltori fino ai 14 versati dagli amanti della buona tavola di Berlino. Ma anche Palermo non sorride perché per le alchimie del mercato il pomodorino arriva a costare tre quattro volte di più del normale. Sette otto volte di più a Milano.

La storia del pomodorino spia l´ha raccontata il sindaco di Comiso Giuseppe Di Giacomo al convegno del suo partito, i Ds, ospitato all´Ars e dedicato allo sviluppo dell´agricoltura. L´accorgimento di verificare sul campo il percorso è già adottato da alcuni dei più grossi produttori comisani e l´amministrazione ha in mente di adottare il sistema per un monitoraggio costante sui rincari.

Su tutto, secondo Di Giacomo, è questione di distanza dai mercati e di rapidità nei trasporti. Per questo l´amministrazione punta sull´aeroporto. I lavori di trasformazione dell´ex base del Magliocco in un moderno scalo merci e turistico dal nome provvisorio di Marenostrum sono già partiti da 4 mesi. In poco più di due anni con i 47 milioni di euro di fondi Por della Ue si spera di vedere decollare i primi cargo carichi di prodotto fresco in grado di arrivare ai banchi ortofrutticoli in poche ore. «Se si abbassano i tempi scendono i prezzi e il nostro prodotto diventa competitivo», spiega Di Giacomo. «Con un finanziamento supplementare - aggiunge - realizzeremo anche la più grande area merci del Mediterraneo al servizio dell´agricoltura e non solo». E finalmente a volare sarà il pomodorino e non il suo prezzo.

di ENRICO BELLAVIA