PORTOPALO - Nel vortice della crisi economica, le famiglie si adeguano tentando di tirare la cinghia anche nei consumi alimentari. Da alcuni mesi a questa parte si registra un calo nel settore delle pizzerie da asporto. Un nucleo familiare di quattro persone, che prima consumava almeno due volte a settimana pizza da asporto, ha ridotto la spesa del 50%. Ancora più drastico il calo del consumo direttamente nei ristoranti. «L'aumento vertiginoso della pressione fiscale, dettato dalle scelte del Governo centrale che si sono poi riversate a cascata fino ai Comuni, - afferma un genitore under 50 con due figli e moglie a carico - ci hanno imposto scelte impensabili fino a due, tre anni fa. In effetti, si cerca di risparmiare su tutto, anche sui consumi alimentari, voce prima al di fuori da certe scelte riduttive. Non parliamo poi delle uscite nei servizi di ristorazione, pizzerie comprese. Spesso si sceglie di fare tutto in casa o al massimo di optare per la pizza da asporto con consegna a domicilio per non più di una volta a settimana».

In questo periodo di influenza, ci sono anche le spese per i farmaci ad impattare nei bilanci di parecchie famiglie. «Per i generi alimentari, - aggiunge un cittadino portopalese - si va a caccia delle offerte, facendo molta attenzione perché ci sono certe tipologie di offerte che vanno analizzate bene dal punto di vista della quantità acquistata in base al prezzo pagato». Non sono pochi quelli che si recano nei negozi di generi alimentari muniti di calcolatrice e di volantini da sfogliare con molta cura. In calo anche il budget per l'acquisto di abbigliamento e quando si decide di procedere a questa spesa, si opera durante il periodo di sconti e saldi. Aumenta, anche a Portopalo, il ricorso all'acquisto con pagamento differito, determinato dalla peculiarità della retribuzione per i pescatori, categoria prevalente nel territorio portopalese. La preoccupazione maggiore è una: la via d'uscita da questo tunnel di crisi sembra ancora lontana.

SER. TAC.