MARZAMEMI - Un borgo in subbuglio per la notizia della denuncia della moglie dell'ex deputato regionale Mpa, Pippo Gennuso. E per il fatto che l'immobile che ospita l'attività commerciale sia stato ristrutturato, secondo quanto appurato dagli agenti del Nucleo operativo provinciale del Corpo Forestale, non tenendo conto della normativa concernente la tutela dei vincoli paesaggistici e l'abusivismo edilizio. Inaugurato quest'estate, precisamente giorno 1 giugno, il ristorante-pizzeria con angolo gelateria e pasticceria è stato, per l'intera stagione turistica, attrattiva di molti visitatori del borgo marinaro, oltre che di gente del posto. Alla cerimonia inaugurale del locale di proprietà della famiglia della famiglia dell'ex parlamentare regionale, Pippo Gennuso, presenziarono il sindaco di Pachino, Paolo Boaiuto, e l'ex braccio destro di Lombardo, Lino Leanza.
«Le Saline» sorge all'inizio di via Marzamemi. Ha due ingressi sul Lungomare Starrabba ed è affiancato da due terrazzi coperti, uno sul piazzale in cui prima c'erano i giochi del trampolino, e un altro che dà quasi sulle antiche saline. Questa la ragione per cui, al locale, è stato dato proprio questo nome. L'immobile che da quest'estate accoglie la nuova attività commerciale, fino a qualche decennio fa, era un vecchio magazzino in cui venivano lavorati i prodotti ittici sottosale. L'antico deposito era, non a caso, noto a tutti come la «Casa del Sale». Da circa 10 anni a questa parte, però, l'edificio era in disuso e abbandonato. Numerose, a tal proposito, le battaglie intraprese dal circolo Legambiente di Pachino. E volte alla riqualificazione e alla valorizzazione di un immobile ricco di storia. In più occasioni la «Casa del Sale» è stata definita dai componenti del circolo «un magazzino dalla valenza storico-culturale significativa, esempio di realtà artigianale e commerciale molto proficua». Prima di essere oggetto di lavori di ristrutturazione ed essere trasformato in un ristorante-pizzeria, la «Casa del Sale» presentava i caratteri originari del borgo marinaro ed evidenziava la relazione che legava, attraverso le attività legate alla pesca e alla conservazione dei suoi prodotti, la terra e il mare, l'uomo e la risorsa da cui traeva giovamento. Proprio per tale ragione, Legambiente ha più volte puntualizzato che «bisognava determinare la potenzialità delle risorse presenti in funzione di una nuova destinazione d'uso».
Emanuela Tralongo
Fonte:
LaSicilia.it il 25-01-2013 - Categoria:
Cronaca