PACHINO - Arriva la nuova copertura con il tetto integralmente rifatto ex novo secondo i metodi tradizionali con travi e tavole e in parte con la classica incannucciata a sostenere le tegole a coppo siciliano per il palmento Rudinì, ossia lo stabilimento industriale costruito alla fine del 1800 dal marchese Antonio Rudinì e che costituiva una vera e propria industria del vino. Grazie ai fondi Por Sicilia ed al progetto Pit 9 Ecomuseo del Mediterraneo, lo stabilimento, espropriato durante la passata amministrazione dal comune di Pachino è destinato a riavere nuova luce ed a costituire il museo del vino. Ad illustrare gli interventi in parte già posti in essere e quelli da realizzare è stato l'architetto Saro Ardilio che, insieme ad una équipe di sei architetti riuniti in associazione, dirige i lavori. Lo stabilimento si presenta ancor oggi come un'opera mastodontica, con ancora integre le strutture che compongono gli elementi essenziali di un palmento con i luoghi dove custodire il vino, quelli dove lavorare il mosto e la conduttura in parte integra che dallo stabilimento portava al Porto Fossa luogo da dove il preziosissimo prodotto partiva con delle imbarcazioni per i mercati nazionali e stranieri. Il palmento fu costruito probabilmente su una cava di pietra in parte già scavata, e con quasi certezza i blocchi necessari per le strutture furono cavati proprio dalla cava sottostante. Ne deriva che il palmento Rudinì si compone di due parti fondamentali, la parte sotterranea che non sarà restaurata con il finanziamento concesso, ed una parte superiore molto estesa dove attualmente sono stati montati i ponteggi e si sta procedendo al completamento della copertura. Visitando l'opera è facile immaginare le migliaia di attività che potranno essere svolte dopo il completamento. Il museo del vino infatti è stato pensato in maniera più generale come un vero e proprio centro culturale a disposizione dell'amministrazione comunale che ne è la proprietaria. L'attuale finanziamento di oltre un milione e cinquecento mila euro, se integrato con progetti e finanziamenti ulteriori potrebbe consentire il recupero anche della parte sotterranea, un tempo usata come cantina e deposito e tutta scavata nella pietra arenaria. Nella parte superiore saranno interamente recuperate le vasche e le 19 sezioni. Il palmento Rudinì, che ha svolto un ruolo fondamentale nella storia economica locale ed ha sancito il passaggio da un sistema produttivo artigianale ad uno industriale, potrà dare a Pachino un nuovo input alla storia, all'economia ed alla cultura locale. È necessario però programmare, con il recupero, sin da adesso anche la futura gestione del museo del vino in maniera da poter sfruttare al meglio quella che è stata una risorsa per il passato e che indubbiamente lo sarà anche per il futuro.
Salvatore Marziano
Fonte:
LaSicilia.it il 21-09-2007 - Categoria:
Cronaca