MARZAMEMI - «Actung! I quotidiani in questo villaggio turistico sono in vendita solo per i nostri clienti. Questa essere proprietà privata». Una altezzosa ragazza polacca, carina, ma certo poco ospitale, ci indica rapidamente la via d'uscita. Tutto può accadere in Sicilia. Questo è il biglietto di visita del "capo ricevimento" di uno tra i più grandi villaggi della zona sud della Sicilia, il Club Eloro, gestito da un grande tour operator milanese. Qui pare sia vietato acquistare persino un giornale! In compenso, nel chiosco di proprietà dello stesso albergo, sulla bellissima spiaggia, occupata interamente da ombrelloni, lettini, pedalò, gommoni e acquascooter, tutti possono comprare, senza scontrino fiscale, bibite, gelati, panini e cotillon… Eppure proprio quest'anno, in tutta la costa sud della Sicilia, da Noto a Capo Passero, si è registrato un vero boom di presenze turistiche. Alberghi completi fino a settembre, camping stracolmi, spiagge prese d'assalto, monolocali affittati anche a 1000 euro a settimana.
Marzamemi è però rimasta un piccolo borgo marinaro, pittoresco, frequentatissimo dai giovani. Una volta qui e nella vicina Portopalo c'erano le grandi tonnare di proprietà delle famiglie nobili di Noto. Adesso le costruzioni sono in rovina. La vecchia tonnara di Portopalo è diventata una discoteca. I tonni passano al largo, irraggiungibili. In mare aperto, li aspettano le navi da pesca giapponesi, metalliche, veloci come torpediniere, guidate dai radar. I tonni vengono sollevati cinquanta alla volta con le reti, gettati vivi nella stiva, e là subito affettati, fatti a pezzi, sgrassati, inscatolati nelle celle frigorifere, pronti per i mercati. E così le vecchie tonnare siciliane sono state, via via, abbandonate. Un declino che per fortuna non riguarda l'offerta turistica di queste località.
In inverno a Marzamemi vivono solo trecento persone, a Portopalo poco più di tremila anime. In estate arrivano più di 100 mila visitatori. Il più felice di tutti è Salvatore Campisi, il rais di Marzamemi. La sua azienda da cinque generazioni si dedica alla conservazione del pesce fresco: ventresca e bottarga di tonno rosso, ricciola in olio d'oliva, neonata di pesce azzurro, filetti di acciughe al peperoncino rosso. E, soprattutto, ciliegino rosso o verde di Pachino, essiccato al sole e confezionato sott'olio con aglio, basilico, pepe rosso, origano. «Il problema di questa zona è che non abbiamo posti letto a sufficienza - si lamenta però Campisi - Tra Marina di Noto, Marzamemi e Portopalo possiamo contare in tutto su 1500-2000 posti letto, compresi i campeggi. Pochi per le richieste che arrivano». Campisi gestisce con il figlio Paolo e la moglie Teresa la sua azienda in un capannone di 800 metri quadrati. Con lui lavorano otto dipendenti. Ma se gli chiedete del suo volume d'affari, fa la faccia storta. «E' meglio non fare numeri, la gente da queste parti è "miriusa". La nostra azienda cresce del 10-12 per cento ogni anno». Dei 1500 tonni presi dai pescatori di Portopalo, i Campisi conservano sotto olio circa 350 tonni rossi. Poi inviano i prodotti in pochi selezionati punti vendita in Sicilia. «Non ci interessa la massa. Noi lavoriamo ancora a mano il prodotto artigianalmente, senza conservanti, come si faceva una volta».
S. G.
Fonte:
LaSicilia.it il 03-09-2003 - Categoria:
Cronaca