Dalle urne un no alle liste civiche

PACHINO - Pioggia di commenti e considerazioni dopo le elezioni politiche nazionali. A Pachino, pur non discostandosi molto dall'andamento regionale che ha visto la netta superiorità del centrodestra, la consultazione è stata considerata un banco di prova importante in vista delle future consultazioni locali relative alle amministrative per il rinnovo del consiglio comunale e per dare un sindaco alla città. Si è trattato innanzi tutto solo del primo appuntamento con le urne per i pachinesi che saranno chiamati nuovamente a votare il 28 di maggio per le elezioni regionali ed ancora il 4 giugno per il referendum sulla devolution e poi l'11 giugno per le amministrative. Non c'è dubbio però che per la politica locale il vero obiettivo è costituito dalle elezioni per le elezioni del sindaco e tutti i commenti dei dati delle urne vengono letti in chiave localistica. Primo dato su tutti: su 10459 voti validi espressi per la Camera dei Deputati, 6271 sono stati assegnati all'area di centrodestra contro i 4188 del centrosinistra. Ciò significa che l'elettorato pachinese comunque è un elettorato di centrodestra.

Il problema è valutare l'effetto che le liste civiche potrebbero portare in questo elettorato. Banco di prova era rappresentato dalla Rosa nel Pugno, partito quasi inesistente a Pachino fatta eccezione per una sparuta frangia di socialisti che ha stretto un accordo con Rinascita e Lista Campisi, due dei movimenti civici tra i più quotati per i passati riscontri elettorali. L'accordo avrebbe dovuto assegnare una grossa fetta di consensi a Gentile in cambio di una candidatura alle regionali per un esponente di Rinascita sempre tra le file dei socialisti liberali radicali e fornire dunque dei referenti nazionali e regionali per il candidato a sindaco già designato Giuseppe Campisi, che a seguito del successo elettorale nazionale avrebbe dovuto ricevere il placet di tutta l'Unione.

Il risultato è stata una clamorosa bocciatura dell'operazione, costruita mirando ad un risultato di 2500 voti per poi realizzarne appena 580 alla camera e 404 al senato. La conseguenza può essere facilmente intuibile dalle parole del segretario diessino Salvatore Borgh che ha dichiarato: “I risultati dimostrano che anche a livello locale l'Unione è un passaggio obbligato e la candidatura a sindaco deve avere una caratura politica indiscutibile”. Borgh dunque boccia senza appello le investiture civiche e continua: “Queste elezioni dimostrano che gli accordi di cartello elettorale non producono risultati concreti. È necessario che la parola sia ridata ai partiti. Visti i risultati prodotti dallo schieramento di Campisi, è evidente che qualche cosa non va”. A rincarare la dose è Caccamo di Rifondazione comunista. “Ancora una volta chiediamo che il candidato a sindaco debba essere un esponente dei partiti, -ha affermato- ed oggi a supporto di questa tesi ci sono anche dei risultati elettorali concreti”.

Discorso simile si fa anche nel centrodestra dove, dopo l'exploit di Forza Italia, è verosimile l'ipotesi di una candidatura di Paolino Greco ed una delegittimazione delle candidature civiche. Il ridimensionamento dei movimenti civici però potrebbe avere nuova linfa se si ipotizza che questi possano costituire un buon serbatoio di voti per le elezioni regionali, barattando tali consensi con una eventuale investitura alla corsa per la poltrona di primo cittadino. In queste condizioni il peso delle civiche potrebbe rivelarsi determinante.

Salvatore Marziano
Fonte: LaSicilia.it il 12-04-2006 - Categoria: Politica

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I processi carsici del voto politico...


Indubbiamente è come scrive l'amico giornalista Marziano: Pachino è una città politicamente di centro destra.

I seimila voti confermano la stragrande maggioranza degli elettori a questa parte politica.

A scala locale questo fenomeno unitario plebiscitario si decompone in diverse liste civiche.

E questo è normale perchè non c'è una figura partito capace e in grado di rappresentarli tutti.

Ecco perchè, a scala locale, si moltiplicano le liste civiche.
A questo punto:
Il regno delle liste civiche,compone le forze nella forma dell'acqua differente.


Forze costituite da numeri,che poi sono,ricordiamocelo, persone.
I loro bisogni.
Le loro aspettative,rispettabilissimi,si traducono
nella maggioranza degli elettori pachinesi nel voto al centrodestra.

Le loro aspettative si riflettono nella "forma mentis" del berlusconismo che a Pachino,evidentemente: ha fatto una strage.

Questo per sgombrare subito il campo a possibili intrepretazioni di contestualità al voto amministrativo locale: perchè prende una sonora cantonata...chi tenta di attribuirsi meriti su questo voto pachinese dato espressamente al Signor Pres. Silvio Berlusconi in persona e personalmente.

Dico questo in ordine alla riflessione riguardo all'Ing.Greco di pensare ad una sua possibile candidatura!

Alle regionali,molto probabilmente,sarà l'Udc ha fare l'exploit di voti a Pachino.
Le truppe di Lombardo rientreranno nei raghi.

Anche se,a scala provinciale, deve essere successo qualcosa che non ha permesso a Gianni di essere rieletto alla Camera.

Quello che è mancato al centrodestra a Pachino,non sono tanto i voti degli elettori: quanto una classe dirigente capace di tradurre quei voti in fatti concreti.

E l'amministazione Barone ne è la prova lampante!

Tuttora,in questo campo politico del centro destra pachinese, a parte il buon Rotta: non emerge una figura alla Berlusconi o alla Cuffaro capace di fare la differenza a scala locale.
Potrebbe essere Bonaiuto a coagulare attorno a se diversi consensi?

Nell'ambito del centro sinistra nulla di nuovo, a parte la registrazione della perdita di almeno 200 voti del partito dei ds nei confronti delle elezioni provinciali.

Ma potranno sempre dire, che loro erano l'unico partito senza valore aggiunto locale.

Cosa di cui hanno usufruito i partiti del resto della coalizione dell'Unione:Ferrara,La Corte,Fronterrè.

Insomma festeggiano tutti...

Ma è anche vero,hainoi, che con quei numeri, anche riconfermandoli alle amministrative: si perde!!

Ecco perchè,non solo è sacrosanto,ma improcrastinabile, a scala locale,che la sinistra ed il centrosinistra tentino di comporre una amministrazione con le liste civiche, con le quali hanno firmato un accordo davanti alla Borsellino.

Per dare governabilità e sicurezza a questo paese.

Ma,visti i numeri,ma sopratutto il personale: non è detto che ci si riesca...

Cordialmente, Spiros