PORTOPALO - E' cominciata lunedì scorso, all'interno dell'area portuale portopalese, l'operazione di demolizione delle tre imbarcazioni sequestrate dalle forze dell'ordine, per trasporto di immigrati clandestini, tra Vendicari, Marzamemi e Portopalo ed in un arco di tempo compreso tra il 29 ottobre e il 7 novembre 2007. Lo smantellamento delle tre unità renderà pienamente fruibile dopo più di due anni, la relativa banchina del porto. L'operazione, autorizzata dalla Presidenza del consiglio dei ministri attraverso la Prefettura di Siracusa, ha visto la collaborazione tra il Gruppo interforze di contrasto dell'immigrazione clandestina della Procura di Siracusa, l'Ufficio locale marittimo della Guardia costiera di Portopalo e la Dogana che è stata presente con propri dipendenti per verificare la distruzione e la raccolta del ferro e del legno. Presenti sul posto anche Carlo Parini, responsabile del Gruppo interforze della Procura aretusea, e Giuseppe Stella, comandante dell'Ufficio locale marittimo portopalese. «E' un'operazione a costo zero per lo Stato - afferma Parini - che oltretutto incassa soldi con la vendita del ferro».
Due le ditte, riunite in Associazione temporanea d'impresa, che stanno eseguendo i lavori di demolizione delle tre imbarcazioni: la Palombarus di Palermo e la Caschetto di Siracusa. Presenti sul posto anche alcuni agenti della Guardia di finanza di Marzamemi. La pesatura dei residui ferrosi sarà effettuata a Pachino. «La messa in atto delle demolizioni di queste unità - aggiunge Carlo Parini - è la conferma di un rapporto di collaborazione che ha nella Procura di Siracusa, che ha creato il gruppo interforze, il soggetto più attivo. E va sottolineato anche l'impegno della guardia costiera che ha messo in atto tutte le procedure per la salvaguardia del mare, non dimenticando la collaborazione dei pescatori di Portopalo». A Parini, tra i maggiori esperti sul fronte delle indagini in tema di reati legati all'immigrazione clandestina, abbiamo anche chiesto la situazione attuale. «Oggi il gruppo è impegnato soprattutto nell'attività investigativa, con l'analisi del materiale rinvenuto, dei telefoni cellulari. Un'attività d'indagine a tutto spiano non tralasciando derivante dai fascicoli processuali che vedono implicati soggetti stranieri e sotto la supervisione del procuratore di Siracusa». La demolizione delle tre unità è stata chiesta a gran voce dai pescatori portopalesi. Nel tempo i tre pescherecci, dalle decorazioni abbastanza vistose, sono diventate quasi un'attrazione. Ma la loro rimozione era diventato da tempo un atto dovuto.
SERGIO TACCONE
Fonte:
LaSicilia.it il 02-06-2010 - Categoria:
Cronaca