PORTOPALO - Quindici domande già presentate per la demolizione dei pescherecci. Il dato è sempre più chiaro: la fuga dal settore ittico. Il termine per la scadenza è a fine febbraio e non è escluso che altre imprese di pesca decidano di uscire dal comparto, demolendo i relativi pescherecci. Un anziano marinaio, senza farsi alcuna illusione, è categorico nella sua analisi. «Demolire è l'unico sistema per uscire cercando di limitare i danni poiché la pesca è ormai indirizzata, se non proprio verso la fine, ad un deciso ridimensionamento. Non c'è alcuna convenienza a rimanere, i giovani lo hanno capito da un bel pezzo.
Soldi pochi, fatica tanta e prospettive future negative».
Motivi, quelli elencati, che portano ad una soluzione: il ridimensionamento di un settore destinato ad assottigliarsi sempre più. In futuro è probabile che a rimanere a galla saranno solo imbarcazioni di grosso tonnellaggio che possono optare per lunghi periodi in mare. La pesca è davanti ad un passaggio epocale che porterà ad un ulteriore taglio di posti di lavoro. Chi può si è già dato da fare, cercando un futuro altrove. Nell'immediato gli operatori locali attendono segnali sul fronte della gestione del mercato ittico. Il pallino è in mano all'amministrazione comunale che ha l'onere di trovare una proposta da presentare ai pescatori per una riapertura a breve termine della struttura. Le ipotesi sul campo sono almeno un paio e verranno analizzate nel corso di un incontro.
SERGIO TACCONE
Fonte:
LaSicilia.it il 09-12-2008 - Categoria:
Cronaca