PACHINO - Importante passo in avanti verso lo stop definitivo alla realizzazione della discarica di contrada Camporeale. Sulle grandi cave di pietra individuate per lo stoccaggio che rischiavano di essere riempite con materiali terrosi provenienti da siti fortemente inquinati, è piombato un ulteriore parere contrario da parte dell'assessorato regionale all'Energia, dipartimento dell'Acqua e dei rifiuti. Si tratta del quarto importante parere negativo che il progetto incassa. Dopo il diniego del Comune di Pachino che fece marcia indietro dopo avere espresso il proprio favore, correggendo dunque l'indirizzo frettolosamente espresso, e dopo i pareri negativi dell'Asp di Siracusa, della Soprintendenza ai beni ambientali e culturali, e ora quello contrario dell'assessorato regionale all'Energia, si attende con ansia il pronunciamento dello stesso presidente della Regione siciliana, Raffaele Lombardo. La questione infatti, a seguito di una legge regionale del 2011, è passata nelle mani della Giunta regionale poiché, durante la conferenza dei servizi, sono stati dati pareri discordanti. In questi casi, la Giunta regionale, con decreto del presidente della Regione, decide tenendo conto dei pareri di tutti gli organismi coinvolti nella conferenza dei servizi.
Ma l'ulteriore parere negativo, a questo, fa lanciare a tutti i cittadini, un respiro di sollievo. Grande preoccupazione, infatti, era sorta quando trapelò la notizia del progetto discarica a Camporeale. La casa municipale, inizialmente, giustificò il proprio assenso poiché il progetto prevedeva lo stoccaggio di inerti e materiali terrosi non pericolosi. Tuttavia si scoprì successivamente che i codici indicanti i materiali stoccabili prevedevano anche quelli provenienti da siti industriali potenzialmente inquinati. Nacque allora una vera e propria sommossa popolare che spinse il sindaco Bonaiuto a rivedere la posizione e a negare le autorizzazioni prima concesse. Si scoprì inoltre che alcune particelle di terreno, proprio nel cuore della discarica, erano vincolate dalla Soprintendenza ai beni culturali, e che la tipologia di roccia è di tipo carsico, per cui le infiltrazioni potevano risultare altamente inquinanti. La zona carsica è anche confermata dal fatto che, all'interno di una delle cave di pietra che doveva essere riempita di rifiuti, fu rinvenuta, negli anni '80, una grotta denominata «Calafarina 2» (dal nome della vicina grotta che si trova a poche decine di metri,denominata Calafrina), poi distrutta a seguito delle attività di carattere minerario che insistono nella zona. Il parere dell'assessorato regionale all'Energia è stato inviato lo scorso 22 dicembre al Comune di Pachino in qualità di ente interessato in quanto proprietario del territorio. Tutto tace invece, in merito alla discarica di rifiuti solidi urbani di Coste Sant'Ippolito che dovrebbe ridare autonomia alla città sul piano dello stoccaggio dei rifiuti, consentendo di abbassare anche i costi del servizio.
Salvatore Marziano
Fonte:
LaSicilia.it il 10-01-2012 - Categoria:
Ambiente