PACHINO - Si complica per il sindaco "l'affaire" riguardante la discarica nell'ex cava di contrada Camporeale. Pare infatti che, allo stato avanzato dell'iter burocratico, sia quasi da escludere una marcia indietro del Comune di Pachino. Tradotto in linguaggio semplice: per la realizzazione della discarica è più sì che no. Sarebbe questo il responso raccolto a Palermo dall'assessore ai Lavori pubblici Bufardeci. La procura, inoltre, avrebbe acquisito documenti relativi all'ex cava. Rischia di naufragare il mandato del sindaco e dei consiglieri comunali che su questa vicenda si trovano nelle condizioni dell'alunno distratto e lavativo che, interrogato dall'insegnante, affermava: non c'ero e se c'ero dormivo. Difficile ipotizzare cosa potrà accadere mentre i cittadini non abbassano la guardia.
Dalla giunta provinciale, l'assessore Giuseppe Poidomani chiarisce i compiti dell'ente di via Malta. «La Provincia tecnicamente non può dare o negare autorizzazioni, il territorio in questione è di competenza comunale e la massima autorità è il sindaco. Se c'era qualcuno che doveva dire di no alla discarica - dice Poidomani - non era la Provincia ma il Comune. La provincia è un organo che controlla, non che autorizza. Su mia esplicita richiesta, la provincia ha tentato di ritardare il processo perché nella valutazione di impatto ambientale non si capisce perché la conferenza dei servizi sia stata fatta così velocemente. Gli uffici del territorio ed ambiente su determinate cose hanno un modo di vedere molto sbrigativo. Abbiamo tolto la possibilità di sfruttare il biogas che recava grave danno alla salute dei cittadini perché biogas significa spazzatura. Noi abbiamo detto di no».
Nella coalizione di maggioranza cominciano anche i primi smarcamenti. Il presidente Andrea Rabbito vuole portare la discussione in piazza Vittorio Emanuele, con diretta radiofonica nell'unica emittente locale. Il sindaco tuona contro l'iniziativa di Rabbito. «In piazza si fanno i comizi, non le sedute consiliari, - tuona Paolo Bonaiuto - quindi, non ho nulla in contrario al consiglio aperto ma si deve fare nella sala di via Rubera. E la maggioranza dei consiglieri la pensa come me». Rabbito rilancia. «Non capisco la difficoltà di fare un Consiglio aperto in piazza che comunque ci sarà poiché se non è l'amministrazione a preparare logisticamente la sala all'aperto sarò io stesso a portare le sedie. La piazza - aggiunge il presidente Rabbito - non serve solo per manifestazioni e spettacolini. Improbabili precipitazioni atmosferiche non possono scoraggiarci».
SERGIO TACCONE
Fonte:
LaSicilia.it il 05-05-2011 - Categoria:
Politica