Pachino lì 4 marzo 2005. All’invito formulato da Rinascita di dare vita ad una Giunta di tecnici spazzando via -con un gesto di alta dignità politica- una amministrazione che ha fatto della sua fumosità e della sua inettitudine politico-amministrativa il suo principale biglietto da visita e dopo circa un mese trascorso senza due assessorati-chiave (Lavori Pubblici e Bilancio), il Sindaco Barone ha dato vita all’ennesima provocazione politica, nominando due assessori –a suo dire- con senso di disponibilità verso le sollecitazioni dell’ultimo Consiglio Comunale.
Rimandiamo ai mittenti questo sberleffo, ricordando loro che -con noi- i trucchetti del passato non funzionano, e prendiamo atto –con amarezza- che il Primo Cittadino non intende più governare, ma tirare a campare fino al termine del mandato, facendo sperperare alla sua combriccola quel poco che rimane nelle casse comunali.
Con una dichiarazione di una gravità inaudita, infatti, uno dei suoi assessori ha reso noto il “disegno strategico” del Primo cittadino: puntare ad avere l’appoggio di un ottavo consigliere in modo da scongiurare il rischio di una mozione di sfiducia e, in ultima analisi, salvare le rispettive poltrone senza garantire alla Città un governo serio e stabile.
Ricordiamo al Sindaco Barone che Rinascita, nel riconsegnargli le deleghe dei suoi due assessori, gli diede la possibilità di creare una maggioranza stabile: notiamo ora che egli usa due assessorati per rimanere in sella a dispetto della pesante paralisi politica ed amministrativa in atto, dalla quale evidentemente non ha alcuna intenzione di uscire.
Il Primo cittadino ha dunque gettato la maschera e, come chi spera di costruirsi una patente di santità politica, ritorna a fare di tutta l’erba un fascio, parlando di un non meglio precisato sacchetto di ossa da distribuire.
Gli vogliamo ricordare che Rinascita può –a testa alta- vantarsi di avere avuto la sua visibilità in Giunta solo ed esclusivamente grazie agli elettori e non certo grazie al suo magico sacchettino, il cui contenuto ha, semmai, interessato altri. E quando, per il bene della città, ha ritenuto di dover rinunciare a questa rappresentanza, Rinascita gli ha riconsegnato –ammesso che siano suoi- due assessorati floridi e perfettamente funzionanti e non due “ossa” da far spolpare ad altri.
Non ci lasciamo dunque “fasciare” col marasma della sua attuale combriccola, capace –in cinque mesi- di mettere solo due prime pietre (nei cortili e nell’otto per mille di Marzamemi) e di ritardare all’inverosimile la posa delle ultime, come dimostra lo stato comicamente patetico in cui versa la Piazza.
Non ci lasciamo infilare nel mucchio da chi ha fatto uso esclusivamente dell’ambiguità politica e dell’incapacità di mediare, puntando a maggioranze pasticciate e sfasciando coalizioni solide (e, forse, per questo scomode).
Il Sindaco aveva detto, dopo essersi formato di sua iniziativa l’attuale Giunta, che era arrivato il tempo di dare delle risposte e che questa sarebbe stata la sua ultima maggioranza.
È stato però capace, assieme a quelli che lo spalleggiano, di aumentare le domande e i dubbi e, con questi, le insicurezze dei cittadini di Pachino, la cui fiducia per la politica si è ridotta ai minimi termini. E –ora che l’ultima maggioranza è evaporata- si è rimangiato quello che ha detto: vuole ora che se ne vadano tutti e venti i consiglieri assieme a lui.
Non risulta realizzato neanche in minima parte il programma che la coalizione del 2001 ebbe a darsi. Uno zero quasi assoluto su tutta la linea, una esperienza che ha segnato la discontinuità amministrativa: ad esempio il parco urbano, sollecitato da Rinascita più volte, un progetto di Mauro Adamo, è ancora da completare, lasciato marcire fra le erbacce.
Il Sindaco, almeno lui che è rimasto al suo posto nel vortice di assessori e consiglieri di questa legislatura, avrebbe dovuto garantire una continuità amministrativa, la realizzazione dei progetti e la presentazione di nuovi: nulla di tutto questo, a riprova di una incapacità amministrativa che l’instabilità politica può giustificare solo fino ad un certo punto.
Ci chiediamo come possano le segreterie provinciali di UDC ed AN, che oggi esprimono uomini in questa raffazzonata Giunta, approvare che si vada avanti in questo modo, senza una maggioranza e, anzi, con la consapevolezza di non poterla avere e di puntare a vivacchiare. Non aveva dichiarato qualche Onorevole che il suo partito sarebbe uscito dalla Giunta se essa non avesse avuto più i numeri in Consiglio?
Da questo momento in poi, continuando l'atteggiamento sordo alle esigenze di governo ed ai bisogni della Città, il nostro Movimento si dichiara deciso, in assenza di segnali chiari e precisi da parte di questi partiti, a chiudere da qui al futuro ogni genere di dialogo politico con loro.
È dunque venuta completamente meno la fiducia di Rinascita nella volontà del Primo cittadino di realizzare –almeno in minima parte- il programma amministrativo del 2001 ed è arrivato il momento di scuotere nuovamente la realtà politica locale, promuovendo una iniziativa volta a chiudere –nel più breve tempo possibile- questo infelice progetto politico, degradatosi nell’aborto di una maggioranza.
È forse vero –ma ci siamo ricreduti- che il peggior Sindaco va preferito al miglior Commissario, ma quando il Sindaco vuole governare, incidere, preparare il futuro suo e dei suoi concittadini, non quando vuole mantenere ad ogni costo sterili e controproducenti posizioni di potere, sua e di altri infecondi personaggi.
Abbiamo pregiudicato abbastanza il presente: non vogliamo farci tagliare via anche le radici del nostro futuro.
Da qui la scelta, avallata dal Coordinamento nella seduta straordinaria di oggi, di predisporre e sottoscrivere –assieme ad altre forze politiche- una mozione di sfiducia al Sindaco Barone che sarà presentata nei prossimi giorni.
il Coordinamento
Sebastiano Mallia