PORTOPALO - «E' tempo di pensare agli interventi per restituire la chiesa san Gaetano alla fruizione pubblica dopo l'incendio di mercoledì scorso». Don Gianluca Manenti, coadiuvato da un gruppo di fedelissimi collaboratori, ha messo al sicuro le cose risparmiate dal fuoco. La sacrestia sembra una stanza sottoposta ad un bombardamento. Detriti e macerie ovunque, impossibile accedervi mentre l'odore del fumo è ancora molto marcato. L'armadio con i paramenti è stato investito dall'incendio. Nessun danno, invece, per il Cristo in croce dietro l'altare. Le fiamme si sono fermate sulla porta che conduce in sacrestia. E' stato un portopalese, il pescatore Salvatore Furnò, ad intervenire prontamente ed evitare con un consistente getto d'estintore, recuperato in pochi secondi in un esercizio pubblico antistante la parrocchia, che il fuoco arrivasse anche dentro la chiesa. In quel caso, i danni sarebbero stati molto più consistenti. Il parroco è fiducioso. «Un delegato della Soprintendenza di Siracusa ha effettuato un sopralluogo e ci ha assicurato che, dopo l'incendio che ha reso inagibile la nostra parrocchia, verranno messi in atto interventi di restauro che faranno tornare la chiesa alla massima efficienza». Verrà eliminato, purtroppo, il dipinto dietro l'altare, gravemente danneggiato dal fumo.
Difficile, praticamente impossibile ipotizzare un suo recupero. Quel dipinto fu realizzato dall'artista portopalese Giuseppe Signorello, scomparso alcuni anni fa. Con l'aiuto di alcuni fedeli, il parroco ha portato fuori dall'area inagibile le statue dei santi. Il salone parrocchiale è già pronto per ospitare le funzioni liturgiche nei giorni feriali, per le domeniche e i festivi verrà messo a disposizione dal Comune il cine-teatro Gozzo. Tanti i messaggi di solidarietà arrivati a don Gianluca, il giovane parroco della chiesa san Gaetano, da diverse realtà della diocesi di Noto. E da più parti, a Portopalo, si chiede la massima coesione ed unità nell'ambito della realtà locale per giungere nel più breve tempo possibile a far partire i lavori di restauro della chiesa. In una stanza degli uffici parrocchiali è stato collocato quel che resta della statua del Cristo deposto dalla croce, utilizzato per tanti anni durante le processioni del Venerdì Santo. Sembra un monito, a futura memoria da ricordare nei momenti difficili. Lo sguardo di don Manenti sembra più disteso. La paura è ormai passata.
SERGIO TACCONE
Fonte:
LaSicilia.it il 14-07-2012 - Categoria:
Cronaca