E' passato un mese dalla scomparsa di Carmelo Fidelio, musicista ed arrangiatore considerato una «colonna portante» dell'arte delle sette note a Pachino. E' Pippo Dugo, anch'egli musicista, a tracciare un ricordo di «Melo De Fides» (era questo il suo nome d'arte). «La cosa opportuna - esordisce Dugo - è collocare l'artista Fidelio nel posto giusto. Ed allora va detto che Carmelo insieme a Saverio Ciavola è il più grande musicista che Pachino ha avuto».
Nella sua carriera Fidelio ha collezionato delle collaborazioni di grande prestigio nel campo della musica leggera. Fu infatti tra gli autori di «Viaggio di un poeta», brano inciso dai «Dik Dik» e che Carmelo Fidelio non potè firmare perchè non ancora iscritto alla Siae come autore. «In seguito - aggiunge Pippo Dugo - i Dik Dik erano indecisi se incidere un brano di Fidelio o uno di altro autore. Fecero ascoltare la canzone nientemeno che a Lucio Battisti che consigliò loro di incidere il brano di Carmelo Fidelio. Se non ricordo male credo si trattasse della canzone intitolata «Il cavallo, l'aratro e l'uomo» che effettivamente poi i Dik Dik inserirono in un loro album».
Carmelo Fidelio insomma è stato uno che di musica ha vissuto, in tutti i sensi. Ha cantato nei night-clubs migliori di mezza Italia, ha partecipato a programmi televisivi, ha tenuto concerti nelle piazze.
Negli anni sessanta era un punto di riferimento a Pachino, segnando una svolta in campo musicale quando cominciarono a formarsi i primi «complessi». «Si andava a suonare ovunque - ricorda Pippo Dugo - a volte con la sua Alfa Romeo Giulietta a volte con una 500 Topolino. Tutti stipati in pochissimo spazio: musicisti e strumenti». Carmelo Fidelio era anche un ottimo arrangiatore. Ha arrangiato le canzoni di un album di musica popolare che ho pubblicato l'anno scorso - sottolinea Dugo - evitando che la musica disturbasse i versi e senza scadere nel folkloristico».
Di Fidelio si ricordano soprattutto alcuni lavori: «Grazia e disgrazia», impregnato di sicilianità, ed il brano «Tutti a zappare», invettiva in musica e parole contro il perbenismo ed il potere, o la sigla del «Derby» di Milano. Ma c'è anche la bellissima «In via di Prè» che Carmelo Fidelio compose negli anni '60 e che riecheggia la poesia e la musicalità del Fabrizio De Andrè degli esordi. Ecco alcuni versi. «Poi mi dicesti se torni al paese, non dire a mia madre che m'hai visto qui, vai a trovarla lei sarà felice se vede te è come se vedesse me...Poi venne un bimbo lo chiamò come me, era suo figlio e lo lasciò a me per andare a vendere un po' del suo amore in via di Prè».