PORTOPALO - Stanno tutti bene i 24 clandestini sbarcati all'alba di martedì sulle coste portopalesi. I clandestini, avvistati a 52 miglia dalla costa sud dell'isola di Capo Passero, dopo i controlli di rito sono stati trasportati presso il centro di prima accoglienza "Giovanni Paolo II" di Cassibile. Quello della scorsa notte è il quinto sbarco di immigrati che si verifica in città nell'ultimo mese e, molto probabilmente, altri ancora se ne verificheranno prima della fine dell'estate. «Nell'ultimo periodo ci sono stati diversi sbarchi e - spiega il maresciallo Antonio Giuliano della Capitaneria di Porto di Portopalo - siamo letteralmente in piena emergenza. Gli sbarchi sono stati frequenti e a distanza di pochi giorni uno dall'altro e sicuramente non possiamo distogliere l'attenzione dal mare, anche perchè è probabile che ci siano altri sbarchi in seguito. Parlo di emergenza perché gli approdi clandestini si stanno verificando con molta frequenza e gestire il tutto è abbastanza complicato». Come ogni estate insomma "l'emergenza clandestini" ritorna a far discutere, specialmente a Portopalo, città di frontiera che, per la sua vicinanza col mare è l'approdo più "comodo" per i barconi carichi di clandestini.
Ogni volta che si verifica uno sbarco le immagini che si presentano sotto gli occhi di forze dell'ordine e volontari è quasi sempre lo stesso: poveri disperati stremati e sporchi, costretti a scappare dai loro paesi a bordo di piccole barche che al massimo potrebbero contenere 3 persone ma che, molto spesso alloggiano, per più giorni, 20, 30 uomini. «Quando ci viene segnalata una caretta del mare - spiega ancora il maresciallo Giuliano - noi ci prodighiamo subito per attivare la motovedetta e cominciare tutte le operazioni necessarie per l'aggancio del natante. Fortunatamente noi non siamo soli e, oltre alle altre forze dell'ordine di Portopalo e Pachino, vengono in nostro soccorso i volontari». Sono infatti le tante associazioni di volontariato di Pachino e Portopalo che, ogni qual volta avviene uno sbarco, si mobilitano a qualsiasi ora del giorno o della notte per dare una mano, per cercare di far trovare ai clandestini spaventati che mettono piede in territorio italiano un sorriso amico. «La macchina degli aiuti - spiega il maresciallo - funziona benissimo. I volontari sono un grande aiuto, tutte le associazioni si mobilitano durante gli sbarchi e ogni singolo cittadino cerca di fare del suo meglio. A Portopalo poi di grande aiuto è stato anche Don Palacino, il prete della parrocchia portopalese che, ha sempre cercato di far capire ai cittadini quanto sia importante fare del volontariato». L'emergenza clandestini non si ferma e le buone condizioni del mare lasciano presagire altri sbarchi. Altre carrette del mare cariche di disperati.
Silvestra Sorbera
Fonte:
LaSicilia.it il 06-07-2006 - Categoria:
Cronaca