PORTOPALO - L'incendio di alcuni cassonetti di spazzatura, nuovo atto di teppismo urbano registrato domenica scorsa, è l'ennesima conferma di una situazione non certo edificante presente nel territorio dove, da tre mesi a questa parte si sono moltiplicati i casi di microcriminalità, con un'escalation impressionante. "Per quanto mi riguarda - afferma un cittadino - da tempo ho ripreso l'abitudine di entrare la mia autovettura in garage. Visti i tempi mi pare una precauzione doverosa". Emerge inoltre un altro problema, comune purtroppo a diversi centri urbani: il bullismo. La cronaca, soprattutto nelle serate di sabato, registra episodi inerenti lite o accenni di risse in locali pubblici di Marzamemi, aventi per protagonisti adolescenti di Portopalo. Un fatto denunciato di recente anche dal parroco Palacino che è tornato, domenica scorsa, su questo argomento dopo aver ammonito i genitori, la scorsa settimana, a seguire più da vicino i propri figli dal momento che l'età della prima "canna" si è abbassata.

"Il problema di tanti adolescenti è la mancanza di stimoli. - afferma un operatore socio-culturale - E questo negli ultimi anni ha registrato un peggioramento. Persino i giovani con un livello culturale e di istruzione medio-alto non sono immuni da questa forma di apatia che non può che avere effetti negativi da un punto di vista sociale". Lo sforzo, quindi, è soprattutto di natura educativa. Dal comune sottolineano l'impegno, messo in atto in questi mesi, per invogliare i giovani a portare il casco andando in moto o in scooter. Un'attività condotta insieme alla parrocchia e alla scuola. Un genitore sottolinea la mancanza di iniziative in loco. "In tanti si chiedono perché i nostri ragazzi vanno a Marzamemi. - afferma una signora, madre di un giovane non ancora maggiorenne - Ma vi siete chiesti cosa offre Portopalo per loro? Poco o nulla. In questo contesto è facile la smagliatura del tessuto sociale giovanile".

SERGIO TACCONE