Esperimenti subacquei per migliorare le reti

L’Alcatel attrezza un telescopio sottomarino che funge da terminale con 5000 sensori ottici per smistare dati a gran velocità, oltre a compiere le ricerche scientifiche che richiedono una più rapida connettività

LAURA KISS

Le nuove applicazioni della tecnologia, e anche la ricerca scientifica, richiedono molta banda di trasmissione. L’Alcatel, numero uno mondiale delle reti ottiche, per distribuire rapidamente i risultati degli esperimenti svolti con il telescopio sottomarino Nemo (Neutrino Mediterranean Observatory), insieme all’Istituto Nazionale di fisica nucleare e alla società Elettra di Telecom Italia ha avviato la posa di una rete ottica sottomarina a supporto appunto delle attività di ricerca. Il progetto, del valore di 5 milioni di euro, consentirà la trasmissione di dati da Nemo alle postazioni dei ricercatori per il monitoraggio di elementi astrofisici e geofisici quali i fenomeni bioluminescenti, l’ambiente marino, l’attività sismica. Il nuovo telescopio sottomarino sarà posizionato alla profondità di 3.500 metri al largo della costa siciliana. Con una stazione terrestre a Portopalo di Capo Passero, in provincia di Siracusa, Nemo rileverà neutrini, ossia particelle elementari che viaggiano attraverso l’universo senza essere deviate dai campi magnetici o assorbite.

Questa caratteristica li rende utili allo studio dei fenomeni che si verificano nell’universo, poiché è possibile seguire le informazioni fino alla fonte di emissione, e dunque stabilire l’arrivo di alcuni fenomeni geofisici. Per poter rilevare la luce e calcolare le direzioni dei neutrini con la massima precisione angolare possibile, Nemo si affiderà a 5.000 sensori ottici che serviranno da lenti per la raccolta di dati relativi a fenomeni diversi, tra cui collisioni di galassie ed esplosioni stellari. Elettra progetterà e si occuperà della ricognizione della rotta della rete, effettuandone l’installazione.

«Il progetto vuole confermare la nostra capacità di soddisfare la richiesta di applicazioni tradizionali e nuove da parte del mercato, avvalendosi della propria consolidata esperienza nel campo delle reti ottiche sottomarine», dice Enrico Banfi, responsabile delle reti sottomarine di Alcatel. «Le reti sottomarine sono utilizzate per supportare applicazioni scientifiche grazie alla loro versatilità sia a livello di connettività che di distribuzione di energia. Nel caso di Nemo dobbiamo fare in modo che da terra arrivi al telescopio sottomarino tutta l’energia di cui ha bisogno e dobbiamo poterlo alimentare in modo che sia in grado di inviare i segnali». Al progetto Nemo Alcatel ne affianca anche un altro, il Neptune, in fase di realizzazione per l’università di Victoria in Canada: un osservatorio oceanografico al largo delle coste occidentali canadesi grazie al quale sarà possibile monitorare i fondali e cogliere i primi segnali di movimento terrestre, anticipando terremoti e tsunami. L’osservatorio permetterà di individuare modelli predittivi del clima, scoprire nuove fonti d’energia, risorse naturali.
Fonte: Repubblica.it il 18-09-2006 - Categoria: Cronaca

Lascia il tuo commento
Cerca su PachinoGlobale.net