PACHINO - La triste storia di Ewa, la ragazza polacca barbaramente uccisa e data alle fiamme si intreccia purtroppo e tragicamente con la situazione di povertà in cui versa la famiglia della giovane. Al dolore di una figlia uccisa, i genitori devono sommare un'altra tragedia, quella della povertà che non dà loro la possibilità di riavere in Polonia la salma della loro cara. Ieri i coniugi Chmiel erano attesi in Italia. Purtroppo però le condizioni di salute del genitore, colpito da un attacco cardiaco dopo aver appreso la notizia della scomparsa della figlia, non gli hanno consentito di affrontare il lungo viaggio. Oggi è attesa invece la sorella. La sua presenza in Italia si è resa necessaria anche per consentire agli inquirenti di poter confrontare il Dna di Ewa con quello di un familiare. L'esame autoptico eseguito dal medico legale Giuseppe Bulla non ha infatti permesso il riconoscimento con certezza assoluta dell'identità della giovane che al momento è stata riconosciuta tramite alcuni effetti personali dai familiari della famiglia in cui viveva e lavorava come badante. Il cadavere infatti, è stato reso quasi irriconoscibile dalle fiamme che ne hanno avvolto il corpo dopo la morte avvenuta per strangolamento. Difficilmente però la sorella potrà riportare in patria Ewa. La somma richiesta per il viaggio della salma è di circa sei mila euro, una cifra enorme per una famiglia non certo in condizioni floride come quella dei Chmiel. Ewa era partita per questo, per aiutare i familiari e sconfiggere la povertà in cui versavano. In Italia aveva trovato un lavoro onesto, una nuova casa, il calore umano di persone che pur non essendo legate da vincoli di sangue, l'avevano accolta amorevolmente. "Ora è necessario che Pachino si stringa attorno ad Ewa ancora una volta, -ha affermato Corrado Quartarone, genero della signora che ospitava la giovane polacca- ed è necessario reperire i sei mila euro per restituire il corpo ai suoi cari". L'appello lanciato da Corrado Quartarone è stato accolto sin da subito dagli amici del partito di cui è consigliere che si sta muovendo per promuovere una sottoscrizione pubblica. "La cifra per rimpatriare la salma è molto alta anche per un italiano, figuriamoci per chi non ha nulla. È necessario che tutti noi pachinesi ci mobilitiamo per far fronte alle necessità che la famiglia Chmiel è chiamata ad affrontare
Mi sono già premurato di contattare la prefettura per verificare se lo Stato possa farsi carico delle spese di rimpatrio della salma. Purtroppo ho appreso che la competenza da due anni è cambiata. Il comune potrebbe recitare un ruolo non indifferente. Ho contattato il funzionario dei servizi sociali che mi ha riferito che in bilancio esiste una voce specifica che potrebbe essere utilizzata ma la somma presente è di sole 800 euro. È possibile però attingere anche da altre voci per cui chiedo agli amministratori di porre la loro attenzione su questa particolare vicenda che ha colpito la nostra città, non una persona straniera, ma una di noi". L'ex assessore Paolino Greco, che ha preso a cuore la situazione aggiunge: "Contatteremo la Caritas cittadina e cercheremo di coinvolgere le parrocchie. L'obiettivo ed il dovere è quello di raccogliere una somma tale da poter rendere possibile il rimpatrio della salma ed affidare alla sorella di Ewa un gruzzoletto da portare con sé. Certamente siamo ben consapevoli che ciò non potrà lenire minimamente il dolore della famiglia, ma un aiuto è veramente necessario". Data l'impellenza della situazione difficilmente sarà possibile aprire un conto corrente, ma chi volesse può nel frattempo rivolgersi direttamente al consigliere Corrado Quartarone che si farà garante nella raccolta delle somme da recapitare alla famiglia. È sua intenzione inoltre chiedere ai consiglieri comunali ed agli amministratori di devolvere l'equivalente di una seduta consiliare alle necessità della famiglia di Ewa.
Salvatore Marziano
Fonte:
LaSicilia.it il 10-02-2005 - Categoria:
Cronaca