PACHINO - Sarà un prefetto inviato direttamente dal ministero dell'Interno a valutare il corretto svolgimento delle opere di restauro e ripristino dell'ex cinema Diana. A renderlo noto è l'assessore ai Lavori pubblici Salvatore Maccarrone che a fine mese effettuerà un sopralluogo all'interno dei locali unitamente al prefetto nominato in qualità di commissario, al responsabile tecnico del comune di Pachino e ad un rappresentante dell'impresa. La nomina si è resa necessaria al fine di sbloccare i fondi erogati dalla Comunità europea per creare un centro multietnico finalizzato alla creazione di servizi per immigrati volto a favorire le discipline interculturali e l'integrazioni tra popoli, razze ed etnie differenti. Pachino, quale meta di molti immigrati, è stato riconosciuto come centro ad alto indice di immigrazione, motivo per cui è necessario creare dei servizi idonei. Da qui la partecipazione del settore servizi sociali al bando e l'arrivo di circa 600 mila euro spendibili in infrastrutture. Il progetto peraltro, era stato realizzato nei primi mesi dell'amministrazione Bonaiuto, e la notizia dell'avvenuto finanziamento fu data dall'allora assessore al ramo Gino Sorbera che aveva individuato, unitamente ai funzionari, la struttura di proprietà comunale che poteva essere adattata a quanto previsto. In questo modo di sarebbe raggiunto un duplice obiettivo: fornire servizi agli immigrati presenti sul territorio, e recuperare una struttura per i quali mancavano i fondi necessari al ripristino. «L'opera è prossima ad essere ultimata, -ha affermato l'assessore Maccarrone- ed è già stata realizzata al 90%.
Non appena i fondi saranno sbloccati, la ditta potrà riprendere i lavori che, nel giro di 20 giorni potranno essere ultimati. Viene così restituito al suo splendore un luogo importante, anche se il problema sarà di carattere gestionale. La tipologia di finanziamento utilizzato impone un vincolo di destinazione, per cui non sarà possibile utilizzare i locali a libero piacimento». Strutturalmente è stato mantenuto il palchetto proprio dei cine-teatri, ma è stata ricavata anche una grande sala e degli uffici a piano terra. I lavori si erano bloccati poiché, per una svista procedimentale, l'iter seguito era stato quello proprio dei normali appalti, motivo per cui erano stati inviati i vari avanzamenti di lavori con la richiesta di pagamento. Al contrario invece, secondo la procedura relativa all'utilizzo di questi particolari fondi comunitari, è necessario che la stazione appaltante sia preventivamente autorizzata, e solo successivamente al beneplacito si potrà realizzare quanto comunicato. Il prefetto del Ministero dell'interno in qualità di commissario servirà a sanare questi errori di procedura, verificando di persona che tutto è stato realizzato a regola d'arte nonostante la mancanza dei preventivi placet. Sul fronte dell'interculturalità a cui l'opera è rivolta, a Pachino l'immigrazione è formata da tunisini, algerini, marocchini, ma anche polacchi, rumeni, egiziani, pakistani e cinesi. Scarse però sono le occasioni di incontro e confronto multietnico, occasioni che potranno essere create migliorando i rapporti anche grazie alla restituzione e nuovo fulgore del vecchio cinema Diana a cui è stato recuperato anche il vecchio proiettore a testimonianza di una cultura, quella cinematografica, si un tempo ormai lontano, ma che ha caratterizzato diversi decenni, quando il cinema era un meccanismo di socializzazione e di diffusione della cultura secondo lo stile appropriatamente descritto del film Nuovo cinema paradiso di Giuseppe Tornatore.
Salvatore Marziano
Fonte:
LaSicilia.it il 18-01-2013 - Categoria:
Politica