PACHINO - «Impossibile produrre un "falso Pachino" nel nostro territorio». Ad affermarlo è stato il presidente della cooperativa Aurora, Salvatore Dell'Arte, che ha inteso fare chiarezza in merito alla produzione di pomodori nel territorio locale. «Il disciplinare di produzione, - ha affermato Dell'Arte - non vincola i produttori ad una determinata varietà di sementi o di piantine.
All'inizio qualcuno voleva che il pomodoro Pachino fosse legato ad una precisa varietà con caratteristiche ben precise, ma poi si decise diversamente. Ciò è stato un bene, poiché le qualità del vero pomodoro di Pachino sono date dalle caratteristiche pedoclimatiche, dalla terra, dall'acqua e dall'esposizione solare e non dal tipo di sementi utilizzate». Dell'Arte smentisce la possibilità che vi possa essere in commercio una qualità meno pregiata di piantine. «Non possiamo generalizzare, - ha affermato - e l'esperienza negativa di alcuni produttori non significa che siamo di fronte ad una varietà inferiore. Per quanto mi riguarda posso dire che moltissimo dipende dalla bravura dell'agricoltore. Nell'ambito della mia cooperativa le varietà vengono provate e riprovate, e solo dopo un'accurata sperimentazione si passa alla produzione. Tutto ciò che impiantiamo dunque, è il frutto di prove ripetute nel tempo».
Ma la varietà di ciliegino che veniva prodotta al momento in cui fu concesso il marchio Igp non è la stessa rispetto a quella che si produce attualmente nelle serre del comprensorio. «Prima si produceva il Naomi, - ha continuato Dell'Arte - ma non significa che i prodotti coltivati oggi siano inferiori. Nelle zone migliori il brix delle nuove varietà può essere anche molto alto, per non parlare della croccantezza che è un'altra delle qualità importanti. Ogni varietà, per quanto risultati positivi abbia dato, va in produzione per un periodo limitato di tempo. Poi gli agenti patogeni diventano più resistenti, per cui si deve passare ad un'altra varietà di prodotto. Anche le aziende, nella loro ricerca si attrezzano, e la concorrenza in questo campo è notevole, basti pensare che prima la maggior parte delle aziende erano israeliane, mentre oggi hanno trovato spazio anche i francesi».
Sa.Mar.
Fonte:
LaSicilia.it il 26-08-2010 - Categoria:
Cronaca