La polemica sollevata in questi giorni dal presidente dell'archeoclub di Noto, Orazio Di Rosa, non sembra placarsi in quanto sulla vicenda dello sviluppo economico della città attraverso il ripristino della tratta ferrata Noto-San Lorenzo-Marzamemi-Pachino sono intervenuti i Verdi ed i Riformisti. Attraverso una lettera aperta sia il Portavoce dei Verdi Giuseppe Iuvara che il consigliere comunale dei Riformisti, Salvo Veneziano, sottolineano: «Inanzitutto signor soppesatore di intelligenze Le vorremmo ricordare che il piano di utilizzo della pre-riserva di Vendicari è stato presentato nella sala Gagliardi di palazzo Trigona alla presenza di un folto pubblico, e l'argomento «ripristino ferrovia» è stato ampiamente dibattuto e discusso da tutti i partecipanti. La stessa problematica - aggiunge il portavoce dei Verdi - è stata affrontata pubblicamente in un incontro promosso dall'Ente fauna siciliana. Vorremmo farle presente inoltre che non esiste nessun progetto di ripristino della tratta ferrata Noto-Pachino ma solamente una proposta di utilizzare la vecchia ferrovia, con percorrenza a bassa velocità e ad esclusivo uso turistico, fino a Vendicari».
Al di là se si è favorevoli o no al ripristino della vecchia strada ferrata, (oggi si parla insistentemente di tratta sull'asfalto e non su rotaie) il primo vero problema per ricostituire la ferrovia è il piano economico e quello di gestione. «Bisognerebbe ricreare - afferma Giuseppe Iuvara - un vecchio carrozzone, stile antica prima Repubblica, perchè sembra che l'operazione sia del tutto antieconomica». Per gli ambientalisti sarebbe poi opportuno realizzare invece una pista ciclabile che unisca la città di Noto con la riserva di Vendicari. Come si ricorda il progetto è già stato finanziato e quindi di facile realizzazione. «Una pista ciclabile, percorribile a piedi - conclude Iuvara - rappresenterebbe una opportunità per il turismo ecologico forse superiore al trenino».
benito tagliaferro
Fonte: LaSicilia.it il 13-08-2004 - Categoria: Cronaca
Idea buona, non c'è che dire: profuma di amenta, zagara, e gelsomino. Risulta solo retro datata di almeno 4, 5 anni. Gli anni in cui la Provincia Regionale di Siracusa ed il suo Presidente Bruno Marziano, istituivano i GAL e studiavano, senza alcuna seria analisi delle emergenze territoriali e dei segni antropici principali nel territorio sud della Provincia di Siracusa, il P.I.T.9: chiamato, pomposamente, Ecomuseo del mediterraneo. Era quella l'occasione giusta per portare avanti l'idea. Era quella l'occasione storica per portare avanti il progetto della riattivazione del tratto ferroviario( ramo secco) da Noto a Pachino. Ma come si sa, in quel tempo, i nostri politici locali erano alle prese con altri impellenti problemi: e se lo sono scordato. Ora, andare a chiedere l'opinione al lupo che fine hanno fatto gli agnellini: mi sembra retorico e ridicolo e fuori tempo massimo. Dovete mettervi una cosa in testa quando trattate con i netini: non faranno mai nulla che vada contro gli interessi del proprio territorio. E questo vale per tutto. Ma proprio per tutto! Giustamente! Dall'alto del ponte ferroviario di contrada Roveto. Cordiali Saluti. Spiros