Nonostante le notizie di una positiva soluzione della crisi e del raggiungimento di un'intesa che prevede la definitiva chiusura nei confronti della richiesta di An di due assessorati, ritenendo non presenti le condizioni per accogliere l'istanza del partito di Fini, le fibrillazioni all'interno del centrodestra continuano. In realtà l'accordo annunciato non sembra soddisfare appieno, visto che, ad eccezione dell'ingresso del sindaco nell'Udc, nulla è cambiato. Di ciò sembra si siano accorti il sindaco e Rinascita. Il primo continua nel tentativo di ricucitura con An nella speranza di rinforzare una coalizione che, nonostante l'intesa appare logora, la seconda continua nella richiesta di garanzie alle altre forze di maggioranza, rappresentate dalla richiesta di un documento siglato non soltanto dai coordinatori politici ma anche dai singoli consiglieri comunali che in tal modo avallerebbero l'intesa raggiunta impegnandosi a tenere un comportamento consequenziale in seno al civico consesso. Particolare quest'ultimo che, visto l'andamento delle ultime sedute consiliari, appare tutt'altro che trascurabile. Quello da firmare sarebbe dunque il terzo documento in meno di un mese. Si era iniziato infatti con l'intesa politica del 30 gennaio scorso tra An, FI, ed Udc siglato dai coordinatori e dai rappresentanti consiliari dei tre partiti che decidevano unanimemente ed indissolubilmente la ricomposizione della Cdl. Il secondo documento, firmato dai consiglieri di An Udc e parte di FI prevedeva invece la mozione di sfiducia al sindaco Barone. Oggi viene richiesta una terza firma che sancisca una ritrovata alleanza, chiudendo in maniera definitiva otto mesi di laceranti crisi e renda inefficaci i documenti precedenti. Una firma chiesta come garanzia dunque a coloro che solo qualche giorno prima garantivano tutt'altro. Ma se per taluni la richiesta della stipula di un nuovo accordo viene accettata di buon grado, per altri invece si incontrano maggiori resistenze.
Nell'Udc, orfano di Beninato ad esempio, il vicepresidente consiliare Francavilla ha dichiarato di non essere disponibile, visti i precedenti, a siglare alcuna intesa, pur dicendosi disponibile a rispettare l'accordo eventualmente sancito. Identico diniego anche da FI il cui coordinatore Nello Santoro si è dichiarato contrario ritenendo che la migliore garanzia il suo partito la aveva data sul campo, e gli stessi consiglieri forzisti non hanno ritenuto di apporre ancora alcuna sigla, pare chiedendo una modifica al documento, o forse in attesa di eventi nuovi che potrebbero essere determinati dai vertici provinciali. Sono infatti sempre più insistenti le voci che accreditano un interessamento delle segreterie siracusane dei partiti determinate ad evitare che l'esito della crisi pachinese possa comportare conseguenze gravi per la coalizione di centrodestra che si prepara ad affrontare in molti centri le elezioni. Intanto, sempre in casa FI si registra un latente malcontento da parte degli iscritti al partito. Oggetto dei mugugni sarebbe la guida del commissario Santoro, colpevole, secondo taluno, di conoscere poco la realtà locale e le opinioni degli iscritti che avrebbero gradito un'intesa diversa da quella raggiunta dalla coalizione. Da indiscrezioni si apprende che addirittura si starebbe preparando un documento da sottoporre agli organi provinciali al fine di presentare le proprie rimostranze verso il coordinatore che avrebbe, con il suo operato, salvaguardato maggiormente l'intesa con Rinascita piuttosto che quella con An. A tal proposito è intervenuto il consigliere Salvo Midolo che ha dichiarato: "Non voglio entrare nel merito delle dinamiche interne dei partiti, ma credo che FI abbia gestito in modo poco opportuno la crisi politica, ed i malumori degli iscritti non sono che una conferma di ciò".
Salvatore Marziano
Fonte:
LaSicilia.it il 02-03-2004 - Categoria:
Cronaca