E' stato uno sbarco quasi annunciato quello dei 130 extracomunitari arrivati nella mattinata di domenica al porto Fossa di Marzamemi, visto l'alto numero degli arrivi nelle coste siciliane. Dagli accertamenti compiuti dalle forze dell'ordine è risultato che la loro provenienza è senegalese ed eritrea. Tra loro anche sette bambini e trenta donne di cui tre in stato di gravidanza. Si è ripetuto così tristemente un iter ormai collaudato, quasi una routine per le coste siciliane e per quelle pachinesi. Il primo avvistamento del barcone è stato fatto da un diportista verso le otto del mattino che ha subito allertato le forze dell'ordine.
"Da quel momento è scattato il dispositivo di contrasto previsto dalla legge Bossi-Fini, -ha dichiarato il comandante Campisi della squadriglia navale di Pozzallo- e così come prevede la normativa che affida le competenze in materia di immigrazione alla Guardia di Finanza, un nostro mezzo si è messo alla ricerca del natante. L'imbarcazione era stata intercettata a circa un miglio dalla costa mentre si dirigeva in maniera autonoma verso Marzamemi, -ha continuato il comandante- e così sono iniziate le prime attività per l'individuazione dello scafista. Queste operazioni di ricerca sono state condotte insieme agli uomini delle due unità della Capitaneria di porto nel frattempo intervenute, e siamo riusciti ad individuare colui che stava alla guida del barcone". L'ingresso del natante di una lunghezza di circa 12 metri con il suo carico umano nel porto di Marzamemi è avvenuto verso le 9,30. Tutte le operazioni sono state seguite dall'alto anche da un elicottero delle forze dell'ordine che ha sorvolato la zona fino a quando l'imbarcazione degli extracomunitari non ha raggiunto la riva. Sul posto sono intervenuti oltre alle forze dell'ordine, al sindaco di Pachino Sebastiano Barone ed al vicesindaco di Portopalo Michele Taccone, anche gli assessori pachinesi Scala, Gambuzza e Giardina.
Una volta a terra le autorità competenti hanno provveduto alla conta del numero delle persone arrivate ed al soccorso di tre donne che sono state ricoverate in ospedale. I clandestini, tutti di giovane età, a parte i tre ricoveri per accertamenti, sono risultati alle visite, compiute al tensostatico di Pachino dove hanno trascorso il resto della domenica, in buone condizioni fisiche. Ieri mattina i 130 extracomunitari hanno lasciato il tensostatico pachinese dove avevano trascorso la notte per raggiungere gli appositi centri di accoglienza. "Eravamo preparati all'emergenza, -ha dichiarato l'assessore ai servizi sociali Giuseppe Gambuzza- e tutto ha funzionato alla perfezione. L'attività della macchina comunale in questi frangenti ha sempre dato dei buoni risultati tanto che spesso le autorità preferiscono ottemperare alle prime operazioni basandosi sui mezzi messi a disposizione proprio dal comune". Nonostante tutto sia andato per il meglio rimane però il fatto che è stata usata anche questa volta una struttura normalmente destinata ad altre finalità quali quelle sportive. Il tensostatico, che normalmente ospita il campo coperto di pallavolo, è l'unico luogo capace di ospitare un numero alto di extracomunitari, ma il suo utilizzo comporta l'interruzione delle attività sportive. In questi giorni ad esempio la Volley Pachino stava ultimando gli allenamenti in vista dell'inizio del campionato. La struttura, subito dopo la partenza degli extracomunitari è stata disinfettata, ma il suo utilizzo potrà essere possibile non prima di tre giorni. "Il comune sta pensando alla eventuale costruzione di luoghi più adeguati, -ha dichiarato l'assessore Gambuzza- ma è necessario considerare non solo i costi che un centro di accoglienza comporterebbe, ma anche le responsabilità che ne deriverebbero dalla gestione".
Salvatore Marziano
Fonte:
LaSicilia.it il 14-09-2004 - Categoria:
Cronaca