PACHINO – Un giovane di 24 anni, Sebastiano Di Rosa, é stato ucciso a bastonate. Il cadavere è stato trovato nel pomeriggio di ieri, verso le 15,30, nelle campagne di contrada Chiappa, a pochi chilometri da Pachino. Oltre ai segni delle brutali percosse, visibili su tutto il corpo, erano altrettanto evidenti tracce di bruciature. Chi ha commesso il delitto ha evidentemente tentato poi di bruciare il cadavere, ma per motivi che al momento non sono chiari non è riuscito a farlo. Il cadavere è stato scoperto dalla Polizia.
Non è stato un caso che gli agenti del commissariato di Pachino battessero palmo a palmo quella zona di campagna. Erano mobilitati sin dalla mattina, quando non molo distante dal luogo in cui è stato rinvenuto il corpo martoriato di Sebastiano Di Rosa, era stata trovata un'auto con tracce di sangue. I poliziotti avevano quasi sicuramente colto in paese qualche voce su una vicenda terribile che era accaduta e l'auto sporca di sangue era stata la prima importante conferma all'attendibilità della pista che avevano cominciato a seguire. Ci volevano, però, ulteriori riscontri.
È stato così deciso di incaricare un laboratorio di analisi di esaminare un campione di quel sangue. Poche ore dopo l'agghiacciante responso: era sangue umano. Cosa sia accaduto a quel punto lo si può solo immaginare perché la Polizia ha eretto attorno alle proprie indagini una fittissima cortina di riserbo. È però praticamente certo che ci siano idee già più che chiare non solo sul perché il povero Sebastiano Di Rosa sia stato ucciso, ma anche su chi lo ha ammazzato. Basta una semplice considerazione per capire che non può che essere così. L'auto macchiata di sangue non è della vittima. È chiaro che la prima persona che gli investigatori sono andati a cercare è il proprietario della vettura.
Ieri sera, al commissariato, porte sprangate e personale tutto impegnato negli uffici dove erano state condotte alcune persone. A coordinare gli accertamenti c'era anche il sostituto procuratore della Repubblica Maurizio Musco, arrivato in serata a Pachino assieme al medico legale Giuseppe Bulla, che ha eseguito un primo esame esterno sul cadavere in attesa che gli venga conferito l'incarico per l'utopsia: il magistrato dovrebbe dare l'incarico già questa mattina e nella stessa giornata potrebbe essere eseguito l'accertamento che aiuterà a ricostruzione con più precisione cosa è accaduto. Sebastiano Di Rosa non era uno sconosciuto per i poliziotti che adesso stanno indagando sulla sua uccisione.
Più volte gli investigatori avevano avuto a che fare con lui, ma sempre per vicende di scarso spessore criminale: liti e qualche furto. Il giovane è uno dei fratelli conosciuti negli ambienti investigativi con il soprannome di “niuri”, una delle più turbolente famiglie di un quartiere, quello di via Mascagni, dove gli interventi delle forze dell'ordine sono praticamente all'ordine del giorno. In attesa che si sappia cosa gli inquirenti siano riusciti a scoprire sull'uccisione del giovane si possono solo avanzare ipotesi. Una é che Sebastiano Di Rosa possa essere stato vittima di una spedizione punitiva organizzata da un gruppo di giovani, se non una famiglia, con cui lui o i suoi congiunti hanno avuto accese liti.
Un'altra potrebbe essere quella di una vendetta tra ladri per la spartizione del bottino di un furto. Quello che sembra potersi escludere è che si sia trattato di un omicidio maturato negli ambienti mafiosi. Già le modalità del delitto fanno scartare in partenza questa pista. Poi bisogna tenere conto che la vittima non risultava inserita in quegli ambienti e mai era rimasta coinvolta in vicende che potessero far pensare che ambisse a contendere a organizzazioni criminali la gestione di attività illecite come lo spaccio della droga o le estorsioni.
Fonte:
La Gazzetta del Sud On Line il 11-11-2002 - Categoria:
Cronaca