MARZAMEMI - (sedi) "Gli "scieri" settecenteschi della vecchia tonnara di Marzamemi giacciono incustoditi ed in balia degli agenti atmosferici". Insorge, ancora una volta, l'associazione Studi storici e culturali di Pachino, richiedendo con fermezza la messa in sicurezza delle antichissime imbarcazioni che da tre mesi sono state spostate dal loggione della vecchia tonnara, in fase di ristrutturazione, per trovar posto all'interno di una recinzione, sempre all'interno della struttura, ma lasciate in stato di abbandono, sotto il sole e gli agenti atmosferici. Tutte condizioni che possono provocare un ulteriore deterioramento dei materiali con i quali sono utilizzati. "Denunciamo all'opinione pubblica e alle autorità competenti - afferma Roberto Bruno, presidente dell'associazione - lo stato di disattenzione e di degrado in cui versano gli "scieri" della tonnara di Marzamemi. Dopo ripetuti nostri interventi, infatti, constatiamo con profondo rammarico il fatto che giacciono ancora incustoditi". Le colpe sono idealmente distribuite dall'associazione, ma un monito particolare è rivolto alla classe dirigente, poich‚ la valorizzazione della tonnara e degli "scieri", secondo il parere di Bruno, costituisce una grande occasione per lo sviluppo di un turismo culturale "auspicato da tanti politici a parole - afferma in maniera polemica - ma ostacolato dall'azione della classe dirigente, che ha come modello di sviluppo soltanto quello legato ai flussi speculativi del turismo "mordi, deturpa e fuggi", vero disastro ambientale e culturale del nostro territorio".
La soluzione proposta dall'associazione per la temporanea messa in sicurezza degli "scieri", almeno fino a quando non ritroveranno posto nel loggione o in una struttura idonea ad accoglierli, è quella della costruzione di una tettoia e delle coperture laterali nel cortile dove si trovano momentaneamente i natanti, affinchè possano essere protetti ai sensi delle normative vigenti, poich‚ trattasi di beni culturali. "Le imbarcazioni - conclude Bruno - appartengono alla nostra memoria collettiva e non si capisce l'assoluta insensibilità verso la nostra richiesta di voler cautelare questo importantissimo materiale con un intervento minimo di conservazione. Tutto ciò prima che sia troppo tardi, prima che degli "scieri" rimangano solo alcune foto ed il ricordo di averli visti scomparire".
Sebastiano Diamante
Fonte:
GDS.it il 20-05-2005 - Categoria:
Cronaca
Il Museo del MARE, nel Promontorio
Capita a proposito un articolo, nella cronaca di Siracusa, di qualche giorno fa, su La Sicilia, sul tema: Museo del Mare a Siracusa.
L'articolo fà il punto sulla questione che attiene il recupero della Tonnara di Santa Panagia e l'istituzione di un museo del mare.
E' importantissimo che questo progetto vada avanti, anche perchè, la città di Siracusa e la sua storia meritano un museo del mare che finalmente dia lustro e spazi opportuni anche all'eclettico Archimede.
Tuttavia, osservando da lontano, quello che emerge a livello di programmazione e recupero del beni Culturali e Ambientali nel complesso della Provincia Regionale di Siracusa, ho la netta sensazione, ma oramai siamo alla certezza, che le scelte fatte a livello di pianificazione del PIT 9, sull’asse "valorizzazione dei beni archeologici e ambientali: non abbiano affatto centrato l’obiettivo, che riguarda il contesto di recupero del patrimonio delle Tonnare provinciali.
Infatti, su un numero complessivo di, 4,5 Tonnare, in Provincia, l'unica operazione di recupero finanziata, riguarda solamente la tonnara di Santa Panagia, che è l’unico intervento previsto sulle tonnare, dal PIT 9, che, guarda caso,come sempre, insiste sul territorio della zona Nord della Provincia Sircusana.
Da questo quadro, se si mette da parte la Tonnara di Bafuto o Vendicari, che rimane all’interno della Riserva omonima: nessun altro intervento finanziato è previsto per il recupero restauro ed istituzione di un museo del mare che riguardi o rappresenti lo scenario del mare sud della Provincia di Siracusa e del Pachino Promontorio.
Da ciò, si ha la certezza che la proposta globale della Provincia di Siracusa, attraverso il PIT 9, piano, piano, stà dimostrando tutte le sue carenze per l’insufficiente copertura culturale e scientifica per le previsioni di Piano che, come cartina al tornasole, stanno emergendo. Se cosi non fosse, oggi, il Presidente dell’Associazione Studi Storici e Culturali Roberto Bruno, non sarebbe costretto, per la seconda o terza volta, nel giro di pochi mesi, a chiedere un intervento di salvaguardia, che, alla luce delle copetenze, non si sa bene a quali istituzioni è rivolto,( Regione, Provincia, Soprintendenza, Comune, GAL Eloro, PIT 9, ecc.ecc.ecc.. per mettere in sicurezza e coprire, per salvaguardare questo insostituibile patrimonio che è rappresentato dagli scieri della tonnara di Marzamemi.
Tuttavia, considerato che sulla base delle limitate informazioni di cui dispongo non si capisce quale sarà la sistemazione definitiva di queste attrezzature, poiché, da quanto emerge, sicuramente, non sarà all’interno della camperia della Tonnara. Pertanto, emerge un problema reale, giustamente sollecitato da Roberto Bruno, del quale, tutte queste istituzioni, devono trovare un "sistema" per potere dare definitiva risposta. Fosse anche attraverso un nuovo progetto di programma da proporre, per ipotizzare e realizzare le possibili soluzioni per la collocazione museale dei reperti della Tonnara di Marzamemi.
Colgo l'occasione per ricordare che anche sulla nave bizantina a Longarini: bisogna muoversi, fin da ora, e continuare nell'opera di sensibilizzazione di un progetto che, in sinergia con la provincia di Ragusa, porti avanti e si ipotizzi una soluzione con Ispica affinchè la zona di Porto Ulisse,Longarini,Granelli,Marza,e cc.ecc.. abbiano la giusta valorizzaione attraverso i reperti che la terra ha restituito all'uomo in quella specifica zona.
Tutto ciò,considerato che è Assessore alla Cultura della Provincia di Siracusa, lo porgerei gentilmente,anche con un mazzo di rose,a corredo,all'assessore Barbara Fronterrè.
Cordiali Saluti,Spiros
Cordiali Saluti,Spiros
E’ già il secondo articolo giornalistico che voi dell’Associazione Studi Storici fate realizzare in favore degli scieri della tonnara di Marzamemi. Nel 1° mi veniva lanciata una richiesta di collaborazione al fine di tutelare questi beni culturali che fanno parte della nostra storia. Mi sono messo subito a disposizione e vi ho chiesto un appuntamento per una azione comune da concordare. A quell’appuntamento, purtroppo, non è venuto nessuno. Ma non mi sono perso d’animo. Ho telefonato personalmente al proprietario, il Principe Bonaccorsi nipote del Defunto Principe di Villadorata, per richiedere urgentemente almeno una tettoia per i raggi solari anche se questo tipo di legno vecchio ed ormai secco richiederebbe anche un riparo dall’acqua piovana. Mi è stato promesso che avrebbe provveduto quantomeno per la tettoia poiché, secondo lui, l’acqua piovana non crea problemi agli scieri. L’articolo giornalistico, Caro Bruno, tiene sicuramente alta l’attenzione sulla problematica ma sia tu che io non siamo ancora riusciti a far mettere questa benedetta tettoia. Mettiamoci d’accordo nell’alternarci a telefonare al proprietario con cadenza quasi giornaliera. Prima o poi si dovrà stancare e provvederà a tutelare la sua proprietà che fa parte della cultura e delle tradizioni di tutti noi gente del luogo.
Mi inserisco anche con piacere nel commento fatto da Rosario Spinello sull’argomento “Museo del Mare”. Io sono in stretto contatto con i responsabili dell’Associazione culturale SIRAKOSIA per quanto riguarda quello che dovrà diventare a Marzamemi la Sezione staccata del futuro Museo del Mare di Siracusa. Alcuni reperti ormai in disuso del “Mastro d’ascia” Peppino Provenzano sono stati consegnati a tale Associazione ed altri stanno per essere catalogati per diventare in futuro beni culturali sottoposti a vincolo della Sovrintendenza. Inoltre, so per certo, dell’intenzione dell’Amministrazione Comunale di voler realizzare tale Museo del Mare dove esporre insieme sia gli scieri che la Nave Bizantina.
Cordiali saluti
Pasquale ALIFFI