Gozzo sotto i riflettori della polemica

Gozzo sotto i riflettori della polemica PORTOPALO - Prosegue la querelle sul cine-teatro Gozzo.
Giuseppe Mirarchi, esponente politico centrista ed oppositore dell'attuale coalizione che amministra il comune, ribatte alle dichiarazioni del presidente del consiglio comunale che si è detto possibilista circa un cambio di nome della struttura di via Tasca, i cui lavori di restauro sono ormai alle battute finali. «Mi pare che adesso si stia davvero superando ogni limite di decenza, – afferma Mirarchi – le affermazioni del presidente Scala le trovo sbagliate e del tutto inopportune». Mirarchi afferma di condividere le recenti parole del sindaco Cammisuli che domenica scorsa aveva stoppato sul nascere ogni polemica, sottolineando i grandi meriti del dottor Gozzo nell'iter di conquista dell'autonomia amministrativa, ottenuta nel 1975.
«Chi si era illuso che la vicenda fosse stata chiusa dalle parole del sindaco è rimasto deluso - aggiunge Mirarchi – poiché sono arrivate le frasi, del tutto fuori luogo, del presidente del consiglio comunale che vanno ad insistere su un tasto, quello storico, talmente chiaro e conosciuto dai portopalesi da non meritare revisionismi di sorta. I portopalesi sono riconoscenti al dottore Gozzo e ai suoi familiari che hanno dato onore e prestigio a Portopalo. Persone di una rispettabilità assoluta, al pari della loro professionalità.

Mi auguro che questa farsa sul cambio di nome del cinema Gozzo, che definire squallida è dir poco, finisca qui». Nei giorni scorsi il sindaco ha annunciato la pubblicazione di un libro sull'iter che portò all'autonomia amministrativa di Portopalo, scritto da Corrado Arangio, storico corrispondente de «La Sicilia» da Pachino e Portopalo, scomparso nell'agosto del 2002. Il giornalista pachinese, poco tempo prima di morire, aveva consegnato a Cammisuli l'opera completa, pronta per la pubblicazione. «Avendo letto e riletto questo suo lavoro, scritto con grande minuziosità e rigorosità, da cronista di razza quale è stato Corrado Arangio, ritengo che pubblicarlo sia il modo migliore per mettere una pietra tombale a qualsivoglia intento polemico o di speculazione politica sulla storia locale. Nel libro si fa il resoconto puntuale di tutte le vicende che portarono Portopalo a diventare comune autonomo, dando un grande risalto al ruolo del dottor Salvatore Gozzo e non tralasciando, inoltre, quanto avvenne alle prime elezioni amministrative del dicembre '75. Sarà il comune a pubblicare il libro di Arangio e penso che sia questo il modo migliore per ribadire un incontrovertibile dato storico».

SERGIO TACCONE


Nell'anno '75 prevalse lista del Timone



PORTOPALO - (ser.tac.) Gli anni settanta, a Portopalo, sono identificabili soprattutto con le vicende dell'autonomia amministrativa. Finalmente giungeva a compimento, con l'approvazione della legge regionale 1/1975, il distacco di Portopalo da Pachino. La fase transitoria, prima di dare la parola agli elettori, registrò la presenza del commissario regionale Nicola Scialabba. Il 14 dicembre dello stesso anno si tennero le prime elezioni amministrative. Due liste civiche si contesero la guida del neonato comune: «Portopalo Unita» (con simbolo un timone circondato da spighe) e «Portopalo Democratica Unita» (simboleggiata da una colomba). Giuseppe Cammisuli (Msi) e Salvatore Gozzo (Dc) erano i leader delle due coalizioni. A prevalere, nettamente, fu la lista del «Timone» (526 furono i voti di preferenza ottenuti da Cammisuli). I portopalesi avevano espresso, democraticamente, la loro scelta, bocciando politicamente la coalizione di Gozzo. Il 4 febbraio ‘76 venne eletta la prima giunta: Giuseppe Cammisuli (sindaco), Salvatore Nardone (vicesindaco), Annibale Giardina (lavori pubblici), Gesualdo Frisa (annona, sport e turismo) e Corrado Quattrocchi (pesca e agricoltura).
Fonte: LaSicilia.it il 23-01-2008 - Categoria: Cronaca

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