MARZAMEMI - «A nome della signora Lina Campisi qualificatasi esercente commerciale di Marzamemi non risulta esserci nessuna licenza commerciale, né la signora risulta titolare di attività pubbliche ed a lei non è stato notificato alcun verbale poiché commercialmente non esiste». È questo quanto commentato dal sindaco Campisi dopo le lamentele e le osservazioni mosse dall'esercente commerciale della frazione di Marzamemi di fronte ad una multa ricevuta per i vasi di fiori dinanzi il ristorante che gestisce. «Vorrei capire a che titolo parla la signora - ha continuato il sindaco - se in qualità di dipendente, impiegata del locale, rappresentante sindacale, e a che titolo svolge l'attività di ristorazione, cosa che probabilmente dovrà spiegare anche ad altri enti quali l'Ispettorato del lavoro. È necessario prima di parlare dire a quale titolo si fanno le osservazioni. Da accertamenti fatti gli uffici mi dicono che il ristorante è intestato a Fronterrè Davide, ed è a lui che è stato notificato il verbale. La polizia municipale mi ha informato - ha continuato il primo cittadino - di avere più volte invitato i titolari del ristorante a rimuovere dei vasi che delimitavano un'area, la stessa area che è stata concessa quale suolo pubblico durante l'estate ed i cui termini di concessione sono ampiamente scaduti, né esiste alcuna richiesta a nome di Fronterrè Davide né di Lina Campisi a una ulteriore concessione per il periodo invernale».
Il sindaco insomma ribatte colpo su colpo alle accuse di persecuzione lanciate nei giorni scorsi dall'esercente commerciale di Marzamemi, ed appare molto serio e determinato nella sua azione. «Ho trovato un comune dove tutti facevano un po' tutto quello che volevano, senza regole e senza permessi. Ora la pillola appare amara da digerire, ma la cura è necessaria. Non è una questione politica né personale. Le regole sono regole e tutti le devono rispettare». Sono molti però che alle regole si vogliono attenere ma incontrano spesso difficoltà. Basti pensare che il numero di richieste di autorizzazioni per il servizio all'esterno è cresciuto, ma spesso i semplici rinnovi non sono automatici e necessitano una trafila che rischia di lasciare scoperti alcuni periodi. Del resto quando ci sono delle belle giornate, come si fa a negare ad un turista che vuole prendere un caffè o un aperitivo all'aperto un tavolinetto e una sedia? Per il periodo invernale inoltre pagare lo spazio pubblico rischia di essere antieconomico. Non sempre infatti è possibile, a seguito delle condizioni climatiche, mettere tavoli e sedie all'aperto. Le tariffe dunque rischiano di essere eccessive perché le autorizzazioni coprono un intero periodo senza soluzione di continuità, con la conseguenza che l'investimento fatto dagli esercenti per i "periodi morti" rischia di ricadere sull'utente finale.
Salvatore Marziano
Fonte:
LaSicilia.it il 09-12-2007 - Categoria:
Cronaca