Questa volta è a caccia di scempi. Vittorio Sgarbi in un tour di cinque giorni ha visitato, e proseguirà nei prossimi giorni, svariati siti di interesse artistico e archeologico che presentano a suo giudizio anomalie, siano esse provenienti da interventi maldestri o da abbandono ed incuria. La spiccata criticità di Sgarbi è un fatto certamente palpabile, qualche volta anche colorita da un lessico discutibile, ma in molti casi è altrettanto palpabile la poca attenzione ed il poco gusto dedicati ad opere che meriterebbero una amministrazione più sana e funzionale. Comunque lui non si è fatto pregare a vestire i panni del censore.
Il critico è stato ieri a Noto ed ha visitato la chiesa di San Domenico, attuale sede dei mosaici del Tellaro in attesa del completamento dell'omonima millenaria villa, sede definitiva delle preziose opere e dalla quale iniziano i giudizi, anche in occasione dell'imminente pubblicazione del suo libro «Scempi d'Italia», edito da Rizzoli. Specificatamente non condivide la copertura in metallo e vetro, ancora sul progetto, che poteva essere realizzata più semplicemente in legno. Ma le frecciate si fanno più acute e precise quando parla di alcuni siti lungo la Noto-Pachino ed in particolare la tonnara ed un'antica masseria nei pressi dell'oasi paesaggistica di Vindicari.
«Ho trovato i due luoghi in totale stato di abbandono - ha detto Sgarbi - sebbene emergano alcune edificazioni bizantine, ed alcuni conci di pietra lascino intendere la presenza di un tempio greco». Le denunce del critico si estendono anche ad edificazioni e cantieri «completamente dissonanti con il territorio» e specificatamente alla neo costruzione dell'istituto polivalente di Noto che trova «orribile per la mancanza di stile e gusto tra l'altro verniciato in giallo e marrone».
Durante il soggiorno nella città barocca non sono mancati momenti di lite poi sfociati addirittura nella denuncia da parte di Sgarbi, presentata ai carabinieri della locale stazione, ed ai danni di due signore presenti durante la visita ai mosaici nella chiesa di San Domenico. «Mi hanno apostrofato "Lei fa schifo ed ha l'alito puzzolente" - dice Sgarbi - perché ho cercato di spiegare che io ero autorizzato a fotografare i mosaici» La diatriba nasce quando le due signore evocando i principi democratici e sollevando il loro diritto a fotografare i mosaici, di norma non si può, visto che Sgarbi lo stava facendo, sono state invitate a non usare la macchina fotografica dalle guardie di sala. Il critico lascia successivamente Noto e si dirige, accompagnato da Paolo Uccello, escursionista siracusano e profondo conoscitore delle zone visitate, verso la contrada «Baulì», nei pressi di Palazzolo, ove sono presenti «I ddieri», dall'arabo abitazioni, realizzazioni preistoriche molto suggestive e difficilmente accessibili, di cui tre parti ed in particolare quella chiamata «grande» in tre piani, quella «piccola» in due piani e la «Romito» dal nome di un eremita, associate ai bizantini perché a loro è attribuita l'ultima residenza.
La gita culturale si concluderà tra oggi e domani con la visita a Modica, a Lentini e a Caltagirone. L'ampio tour di Vittorio Sgarbi non si discosta molto dalle recenti polemiche sul decentramento dell'amministrazione dei beni culturali ed a questo proposito, dopo l'intervista pubblicata dal Corriere della Sera ad Antonio Paolucci, sovrintendente generale ai beni artistici della Toscana, Sgarbi si pone in una posizione media tra l'ipotesi del federalismo dei beni e l'accentramento governativo: «Sono a favore del trasferimento agli enti locali dell'organizzazione del patrimonio ma solo contestualmente all'istituzione di un'ente governativo che controlla in maniera attenta e fattiva le azioni locali, che non siano devastanti o incompetenti, anche alla luce di quanto sto osservando proprio in questi giorni».
Giorgio Italia
Fonte:
LaSicilia.it il 17-08-2003 - Categoria:
Cronaca
Sgarbi quotidiani.
C'è chi apprezza e chi disprezza. A me non me ne importa del Deputato Sgarbi. Mi importa del fatto che solo Lui puo'fotografare i mosaici.E questo mi dispiace.Fotografai i mosaici, insieme al Prof. Paolo Sica e alla Professoressa Grazia Gobbi, nell'estate del 1982. Quando ancora i mosaici erano collocati in sito nella masseria di Caddeddi nella valle del Tellaro. La cosa che non si capisce è come mai,a distanza di 20 anni, non possono essere ancora fotografati. E' questo è un mistero che solo la Soprintendenza di Siracusa può svelare. Ma come si sà la spiegazione è semplice: ci saranno in corso delle pubblicazioni? Io credo proprio di si. Per ciò che riguarda la Masseria è sicuramente la Masseria di San Lorenzo, dove oltre alla chiesa bizantina; nella parte nord sono visibili mura antiche del periodo greco che attestano e testimoniano la presenza di una costruzione del periodo greco.In questa vi è da segnalare che l'anno scorso, con mio grande disappunto, una nota persona di Pachino per fare un po' di cultura locale fece spazzare il piazzale con una palameccanica. Ignorando, perchè ignorante, la pavimentazione nella parte bassa della corte. Tanto a lei interessano i piccioli. Basta poi, che nel sito della associazione si lascia intendere che vogliono salvare l'arte e la cultura...
Il sito sul feudo San lorenzo e le testimonianze del vecchio ordinamento architettonico lo trovate insieme alla tonnara di Vendicari nella rubrica arte e cultura di Pachinoglobale.com. i SITI come è oramai sfortunata sorpresa sono da me realizzati: come sempre.... Avanti o popolo alla riscossa....soltanto con sgargi ci si salvera!!!!! Dall'interno della cuba bizantina di San Lorenzo lo vecchio .Speciali Saluti. Spiros
Fra gli scempi compiuti dalle amministrazioni locali segnalo quello della forgia del pantano di Marzamemi, cancellata come si fa con uno sgorbio disegnato dai bambini sulla lavagna il primo giorno di scuola... Quando chiesi al sindaco di Pachino delle spiegazioni sul perchè di questa decisione e sui rischi che correva Marzamemi lui candidamente mi rispose "Lei vuole che venga a piovere proprio ad Agosto? Non è mai successo, e comunque poco prima dell'inverno la risistemeremo"... Il cielo volle che il primo week-end di agosto l'acqua caddesse dal cielo con una violenza mai vista tanto da riempire in una sola notte il pantano... La domenica pomeriggio, passando da Marzamemi vedevo il dirigente del comune di Pachino, l'ingegnere capo dello stesso, l'assessore all'ecologia il quale si vantava che questo è il primo anno che a Marzamemi non si sente il fetore usuale, alcuni operai e una palameccanica, tutti intenti a ripristinare la forgia barbaramente cancellata, prima che l'acqua del pantano sommergesse anche le strade della borgata... Una domanda al sindaco: la pioggia caduta ad agosto è stato un brutto scherzo tirato al sindaco e all'assessore all'ecologia dai comunisti? Suvvia, prima di fare operazioni avventate, siate sicuri del risultato... del resto badate bene che voi non siete i padroni di Pachino e Marzamemi, siete soltanto gli amministratori, pertanto facilmente licenziabili (almeno in teoria), quindi non comportatevi con la cosa pubblica come se fosse di vostra proprietà! Cordialmente dalla nuvoletta su in alto a sinistra, Cittadino Nofrio Conti
PS: un messaggio all'assessore all'ecologia: sappia caro assessore che il fetore a Marzamemi quest'anno è anche maggiore rispetto alle annate precedenti, il pantano in questi giorni sembra (oppure lo è realmente?) una immensa cloaca puzzolente... Cos'è, anche questa una azione di sabotaggio ad opera dei comunisti, di questi comunistacci impenitenti da frustare pubblicamente (nota che questa amministrazione considera comunisti tutti coloro che non si allineano al loro pensiero)? Sa cosa può fare per risolvere il problema fetore a Marzamemi, fregando così questi comunistazzi figli di una buona donna, può distribuire a tutti coloro che entrano dentro Marzamemi delle mascherine igieniche bianche sulle quali sono state spruzzate preventivamente alcune gocce di narcotico al profumo di limone. In questo modo forse riuscirebbe a convincere tutti che a Marzamemi non solo non c'è fetore, ma addirittura un profumo di zagara!!! Le mascherine se le può fare dare dal nuovo presidente della provincia di Catania, di cui Lei si fregia essere figlioccio... gliene saranno rimaste tantissime di quelle acquistate quando era vicesindaco della città etnea e doveva fronteggiare l'emergenza cenere lavica lo scorso autunno... del resto, se non ci si aiuta tra compari (ammesso che sia vero quanto sostiene l'assessore di Pachino di essere figlioccio del presidente della provincia di Catania), allora la fratellanza "cristiana" che fine fa?
Ancora saluti, dall'alto di quel di Fano, Nofrio Conti Cittadino