PACHINO - «Giliberto deve andarsene». Per cinque consiglieri comunali dell'Udc - Dell'Ali, Di Stefano, Valerini, Beninato e Orlando - l'unica via di uscita da questa situazione politica, è il ritiro delle deleghe all'assessore. Si profila, quindi, una «crisi istituzionale» di più ampia portata, partita dall'elezione del difensore civico, figura che dovrebbe rappresentare la totalità dei cittadini, al di là e nei loro diversi orientamenti. Le motivazioni ufficiali della richiesta sarebbero quelli di un cambio della guardia, dopo due anni di permanenza in Giunta, ma in molti hanno visto in questa uscita del gruppo che fa capo a Giuseppe Ciavola, un intento punitivo nei confronti dell'assessore in carica. L'attacco, seguito dalla «mozione di sfiducia» ad personam pronunciata dai consiglieri dell'Udc, sarebbe stato determinato dal fatto che Giliberto non si è allineato con leposizioni dei cinque sulla vicenda del difensore civico, non avallando le indicazioni di parte del suo gruppo, che aveva proposto il nome, poi risultato prevalente all'interno dell'assemblea consiliare, dell'avvocato Michele Di Pasquale. Già ieri il consigliere di Forza Italia, Paolo Dipietro, si è scagliato contro Ciavola, definendo la richiesta di dimissioni come una ritorsione politica contro Giliberto, che sul nome del difensore civico si era espresso diversamente, indicando l'avvocato Giuseppe Sena, invece di Di Pasquale.
Alleanza nazionale, da qualche mese all'opposizione dopo una fase politica molto convulsa, entra nel merito della vicenda. «Non sappiamo di questo passo dove si andrà a finire - afferma il capogruppo di An, Salvatore Di Fede - poiché ieri con noi, oggi con Giliberto si sta usando lo stesso metodo dello sfascio politico. «Non entro nel merito delle scelte di un altro gruppo politico - aggiunge Di Fede - ma i tempi di presentazione di questa richiesta, all'indomani della votazione per il difensore civico, mi sembrano sospetti. Stiamo a guardare, in un certo senso questa situazione l'avevamo prevista». Le vicende politiche si intrecciano con le scelte amministrative in senso stretto e le colorano di una luce nuova, rendendo inevitabile leggerle sotto diversi punti di vista. Così, il capogruppo del partito di destra muove, quindi, un appunto critico alla maggioranza sulla vicenda dello spostamento della fiera di Pachino. «Si è seguita la logica della coperta troppo corta - prosegue Di Fede - spostando tout court da una parte all'altra, risolvendo il problema per i cittadini di San Corrado e creandolo per quelli di via Curcio. «Aspettiamo da tempo che si affronti questa tematica, poiché la soluzione trovata, secondo me non risolve ma semplicemente rinvia ad altra zona del centro abitato questo problema».
S. T.
Fonte:
LaSicilia.it il 07-11-2003 - Categoria:
Politica