PACHINO - "I giovani ed il loro rapporto con gli organi istituzionali" è stato il tema di un incontro-dibattito organizzato dal senatore Pietro Ferrara per lo scorso 2 giugno festa della Repubblica. "Il 2 giugno è la data simbolo della nostra democrazia, -ha affermato Ferrara- una data che ha segnato la fine di un'epoca e la nascita di una nuova. Agli albori della neo democrazia l'assemblea costituente esprimeva le tre correnti fondamentali della tradizione politica italiana, quella cattolica, quella liberale e quella socialista con la rappresentanza minoritaria comunista. Allora, -ha continuato Ferrara era fondamentale marcare la rottura con il passato fascista ed evitare che potessero crearsi le premesse per il ritorno di un regime autoritario e la politica era in primo piano. Oggi siamo di fronte ad un clima un po' cambiato e c'è la necessità di far ritornare in primo piano la politica.

Per questo è di fondamentale importanza affidare ai giovani una missione e cioè quella di ridare slancio e serietà ad una politica economica e sociale che appare sfilacciata. È necessario, -ha continuato Ferrara- che i partiti si auto riformino rilegittimando il ruolo di intermediazione sociale". Poi Ferrara ha spostato la sua attenzione sul disagio sociale delle nuove generazioni. "Non c'è da stupirsi che i giovani guardino con sospetto i politici. La colpa è di tutta la società che non sa comunicare le questioni di interesse pubblico facendo della politica una "roba da addetti ai lavori". La democrazia però sta nel dare ai cittadini gli strumenti giusti per giudicare, capire, valutare, decidere. Solo i regimi dittatoriali si arrogano il diritto di prendere in carica ogni scelta. Bisogna invece dare spazio alle iniziative che provengono direttamente dai giovani". All'introduzione di Ferrara è seguito poi un ampio dibattito su come coinvolgere ed interessare le giovani generazioni alla politica.

Sa.Mar.