"Quella notte non vi fu alcuno speronamento". Torna a farsi sentire il capitano della Yioahn, Youssef El Hallal (sotto processo a Catania per il naufragio del Natale ´96, a 19 miglia da Portopalo) e lo fa in una lunga intervista del 29 maggio scorso a "7 Magazine", supplemento della testata on-line Modica.Info. "Non so come sia uscita fuori la storia dello speronamento. - afferma il libanese nell´intervista di Piero Pace - .Ho salvato circa 75 persone. Un uomo non può salire su una corda con l´acqua e il mare forte senza il volere del comandante". Alcuni aspetti di quella tragica notte, dalla dinamica del naufragio all´identità del relitto, filmato nel 2001 da "Repubblica", mantengono ancora zone d´ombra. "C´è chi sostiene che ha un buco di sotto e la Yiohan ha 6 metri d´altezza nella prua. Impossibile fare un buco di sotto. Le indagini della Procura di Siracusa non hanno mai approfondito gli aspetti di modalità dell´incidente, né ha nominato un perito. Questa difesa sostiene che lo speronamento ebbe ad essere involontario ed imprevedibile nonché causato dalle pessime avverse condizioni atmosferiche e senz´altro dall´eccessivo carico della carretta maltese".

El Hallal aggiunge inoltre che su questa vicenda si vuole trovare un colpevole a prescindere. "Allora vogliamo un colpevole: El Hallal, e perchè no?", sottolinea il capitano della Yioahn ribadendo che quella notte vi fu "un tragico incidente avvenuto durante un business tollerato dai governi". Tanti gli spunti interessanti dell´intervista, a partire dalla circostanza, riferita da El Hallal al Gip, circa il rapimento a Marsiglia dei suoi due figli. El Hallal parla di abuso di potere: "Sono stato isolato senza notizia, senza notifica al mio avvocato. Mia madre ha pensato che ero morto nel momento che ero in carcere a Sanremo". Il libanese dice inoltre di aver subito minacce per indurlo a restare in silenzio.

SERGIO TACCONE