PORTOPALO - Numeri, ma non solo numeri. Eppur pesanti. Tredici i morti durante l'ennesimo viaggio della speranza. Sbarcano a Portopalo 59 immigrati dal continente Nero, 13 muoiono durante la traversata, l'ultima vittima alcune ore prima dell'avvistamento da parte della motovedetta della Guardia di Finanza. Altri prima di loro hanno raggiunto le coste sicule, ma a volte la bussola può risultare l'oggetto più prezioso. «Un ghanese, il più lucido - ricorda il giorno dopo Angelo Milazzo, ispettore della polizia municipale componente del gruppo interforze sul contrasto all'immigrazione clandestina della Procura - ha raccontato alcuni dettagli del loro viaggio. Ci ha detto di essere salpati dieci giorni fa, ma individuava il giorno in venerdì e bon corrisponde. Certo, era un po' in confusione». Comprensibile, vista la carenza di vivande e le condizioni difficili in cui si sono trovati a un certo punto. «Qualche giorno dopo la partenza - prosegue - è finita l'acqua e quei pochi biscotti forniti dai libici. Alcuni cominciarono a morire di stenti. In tutto nove uomini e quattro donne, quasi tutti nigeriani tranne un ghanese, e sono stati buttati a mare».
Sono sopravvissute due donne in stato interessante tra le 16 sbarcate e due bambine, «una accompagnata dal padre» e orfana di madre, morta durante il parto. Anche nelle parole del sostituto commissario e coordinatore della Procura per l'emergenza clandestini, Carlo Parini, uno dei primi arrivati sul posto per l'identificazione, si legge la drammaticità dell'evento. «Dopo 4 o 5 giorni di navigazione - spiega - di solito riusciamo ad avvistarli, ma stavolta hanno perso la rotta ed è successo tutto questo. Già dal quinto giorno sono cominciati a morire, fino all'ultima donna, appena dieci ore prima dell'incrocio con la motovedetta della Finanza». All'arrivo con il gommone di 10 metri, motorizzato con un 55 cavalli, solo briciole e tanta voglia di vivere. «Il troppo caldo, le temperature elevate di questi giorni - conclude Parini - hanno prodotto questi morti. Di solito arrivano anche se disidratati, non sono gli unici a compiere questa traversata in queste condizioni solo che avevano perso la rotta. Nei mesi scorsi, inoltre, abbiamo trovato imbarcazioni vuote».
Luca Signorelli
Fonte:
LaSicilia.it il 13-09-2008 - Categoria:
Cronaca