PACHINO - La situazione sociale della città, con i suoi bisogni, le sue contraddizioni ed il malessere spesso radicato nelle fasce più deboli della società, con una soglia di povertà sempre crescente, è stato l'oggetto di un interessante convegno svoltosi ieri mattina nell'antico palmento di Rudinì alla presenza del sindaco Paolo Bonaiuto, dell'assessore ai servizi sociali Giorgio Guarnaschelli e degli operatori dell'assessorato servizi sociali. A snocciolare i dati che forniscono il polso della situazione sociale cittadina, è stata Giusy Scirè che ha portato a termine un progetto di lavoro attraverso un metodo innovativo che consente di dare maggiori e più pronte risposte all'utenza. La fotografia che ne è emersa, traccia l'identikit dei nuovi poveri e di quanti, manifestando un bisogno, si rivolgono ai servizi sociali per un aiuto concreto. Ma servizi sociali non significa solamente aiuto agli indigenti. A sottolinearlo è stata la dirigente degli uffici Antonella Aruta che ha evidenziato come gli uffici hanno portato avanti in questi mesi anche uno sportello «orienta-giovani» svolgendo colloqui con oltre 200 giovani tra i 18 ed i 20 anni per orientarli sul mondo del lavoro e, grazie ad un lavoro di rete che si è cercato di tessere, anche di collocarli nel mondo del lavoro e facendo da tramite con le aziende presenti sul territorio. Ma accanto all'innovazione ed ai servizi sperimentali, continua ad esserci la necessità di un aiuto nelle forme più classiche. Su un campione di 500 utenti che, con una certa costanza si rivolge agli uffici di via Pietro Nenni, il primo bisogno è quello di una necessità economica temporanea, ovvero un sussidio che nella sua forma massima arriva a 467 euro.
A chiedere il sussidio è ben il 32% dell'utenza. Il 12% invece chiede l'assegnazione del bonus sociosanitario poiché all'interno del nucleo familiare vi sono anziani o portatori di handicap. Poi ci sono le famiglie numerose con più di tre figli minori, e coloro che non chiedono soldi ma una opportunità di lavoro. Del campione esaminato, il 58% sono donne, mentre il 42% sono di sesso maschile. La maggior parte dell'utenza ha tra i 41 ed i 50 anni, ma non manca una sostanziosa fascia della popolazione di età più giovane che va dai 31 ai 40 anni. «Si tratta - ha affermato la Scirè - per il 96% di italiani, mentre solo il 4% sono stranieri, e l'82% ha famiglia. Gran parte di questi dichiara di vivere con un reddito pari a zero. Inoltre, è palese un collegamento tra i problemi di natura economica e quelli di natura familiare. Gran parte di coloro che hanno un problema di reddito vivono anche un problema di natura familiare. È evidente dunque che, nelle difficoltà economiche, i componenti di una famiglia, anzicchè unire le proprie forze, si disgregano». Altro dato evidenziabile è il rapporto tra i problemi di salute e l'insufficienza del reddito. «Curarsi costa - ha continuato la Scirè - e chi ha problemi di salute dichiara di avere un reddito che però non è sufficiente ai propri bisogni». La necessità di continuare un lavoro di rete è stata poi evidenziata dalla dirigente dei servizi sociali Antonella Aruta.
Salvatore Marziano
Fonte:
LaSicilia.it il 21-12-2011 - Categoria:
Cronaca