I collaboratori di giustizia Filippo Indaco e Vincenzo Liistro, durante l'esame cui sono stati sottoposti dai Pubblici Ministeri Stefano Ancilotto e Pasquale Pacifico, hanno ammesso di aver partecipato all'organizzazione e alla fase esecutiva dell'agguato mortale ai danni dell'autosalonista di Pachino, Salvatore Giuliano. Sia Indaco che Liistro hanno infatti sostenuto di essere stati presenti alla riunione che si tenne nella villetta del boss di Noto Antonino Trigila, durante la quale, presente il boss Nello Nardo, fu decisa la soppressione fisica dell'autosalonista, nonchè di avere fornito l'adeguata assistenza ai killer arrivati da Lentini affinchè potessero allontanarsi da Pachino senza il rischio di incappare in un posto di blocco delle forze dell'ordine. Indaco e Liistro hanno concordemente dichiarato di avere fatto, con la loro auto, da staffetta alla macchina su cui viaggiavano i lentinesi Filadelfo Ruggeri, Alfio Sambasile e Ciro Fisicaro. Percorrendo delle stradelle di campagna - hanno detto i due ex killer al soldo del boss di Noto - «siamo riusciti a portare i tre lentinesi fuori dal territorio di Pachino, consentendo a Ruggeri, Fisicaro e Sambasile di rientrare nel loro paese sani e salvi».
I due collaboratori hanno spiegato che l'omicidio di Salvatore Giuliano, avvenuto la sera del 26 febbraio 1992 mentre impazzavano i festeggiamenti del carnevale, fu voluto dal boss di Noto e avallato da Nello Nardo. L'autosalonista fu assassinato perchè, a dire di Trigila, aiutava i componenti del clan catanese dei Cursoti e intralciava i piani di espansione del gruppo criminale di Noto. In particolare, le accuse che Trigila muoveva a Giuliano erano quelle di aver permesso ai Cursoti di Catania di mettere sotto estorsione alcuni operatori economici di Pachino e soprattutto di avere consentito ai catanesi, rivali del clan capeggiato da Santapaola, di avere acquisito il controllo del mercato ittico di Portopalo. A dire dei due pentiti, furono più di uno i tentativi per uccidere l'autosalonista. Oggi sull'omicidio sarà sentito il pentito di Pachino, Martino Rustico, detto 'u iaddu.
Pino Guastella
Fonte:
LaSicilia.it il 29-09-2005 - Categoria:
Cronaca