I pescatori «sfrattati» dalla Balata

I pescatori «sfrattati» dalla Balata MARZAMEMI - «Tra qulache giorno dovremmo lasciare i locali del porto Balata, ma non sappiamo dove andare e dove sistemare le
nostre attrezzature». Questa è l’amara affermazione dei pescatori di Marzamemi. La modernità avanza anche nella piccola frazione dove il tempo sembra essersi fermato e i pescatori che ancora tengono alto il nome della marineria, fra qualche giorno saranno costretti a tirare i remi in barca ed a lasciare i luoghi che per intere generazioni li hanno
ospitati. I proprietari hanno venduto i locali dove un tempo sorgeva l’industria per la lavorazione del tonno. Luoghi che hanno visto nascere, crescere, lavorare intere generazioni di pescatori. Nella borgata si dice che, dopo il restauro, i luoghi ospiteranno un albergo.
Al di là dell’uso che ne verrà fatto, il problema più immediato sembra essere rappresentato dai pescatori che nei locali sistemano le reti, mettono a riparo le imbarcazioni o gli strumenti della pesca e che fra qualche giorno, non appena sarà perfezionato il contratto di vendita, saranno costretti a sgombrare i locali ed a lasciarli ai nuovi proprietari. «Ci mandano via, ma dove?» E’ questo l’interrogativo che si pongono mentre annodano le reti. «Mai come oggi - hanno affermato - nonostante quello del pescatore sia un mestiere difficile
sentiamo il problema dell’incertezza del futuro».

Si sono rivolti anche al comitato Pro Marzamemi di Pasquale Aliffi, saranno presenti domani all’incontro programmato dai residenti con il sindaco: «Qualche mese fa - ha affermato Aliffi - intravedendo già il problema proposi all’amministrazione di trovare una sistemazione ai pescatori costruendo dei magazzini magari prefabbricati nei pressi del Porto Fossa. È necessario fare dei ricoveri così come avvenuto anche
in altri paesi marinari, perchè non è possibile fare morire del tutto questo settore». I pescatori vorrebbero sistemare delle strutture nei pressi della Balata per evitare di spostarsi di molto dai luoghi ove sono abituati a lavorare. Un’ipotesi però difficile da potersi realizzare.
«Una sistemazione comunque si deve trovare - hanno affermato - e se ci costringono ad andare via da qualche parte certo devono darci la possibilità di poter continuare a lavorare». Intanto i lavori all’interno dell’antica tonnara e degli stabili annessi continuano, e nonostante
il tetto del loggione sia stato riparato, gli scieri continuano a rimanere
esuli in dei locali attigui senza una idonea copertura che possa proteggerli.

Salvatore Marziano
Fonte: LaSicilia.it il 22-09-2006 - Categoria: Cronaca

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Da museo del mare, in albergo...


Io credo che questo è uno dei momenti più tristi della storia della comunità "intriseca" di Marzamemi e della socialità locale marinara.

Si và verso la disgregazione di quei valori che tanto glamour hanno dato a Marzamemi come luogo promiscuo fra normalità e tranquillità in ambito tipicamente marinaro...
Le stesse barche dei pescatori, alla fonda davanti alla Tonnara. Le lunghe canne,
con le bandiere nere per le boe, il profilo contro luce delle barche nel chiaroscuro pomeridiano, quando l'argenteo specchio dell'antico porto delle Colombe intona una gerarchia di dimensioni e colori che configurano l'ineguagliabile profilo di quel sito divino: la Balata...Anche questo profilo verrà modificato..perderà valore visivo...
Siamo al bivio, di una importante data che vede frangersi e distaccare completamente una pagina della realtà sociolo urbana-antropica e culturale e ambientale di Marzamemi.

La storia del riuso

La storia, per i posteri, parte nel 1979 quando all'università di Firenze viene esposto, in un progetto di riuso della Tonnara per la realizzazione di un centro civico e del museo del mare.

Destinazione pubblica a centro culturale, capace di accogliere, oggi: sale per conferenze e proiezione, videoteca, centro civico, ecc.. ecc... museo del mare con l'esposizione degli scieri all'interno delle strutture...

L'obiettivo politico di acquisire al comune quella struttura è stata proseguita da sempre da parte del sottoscritto e da molti altri, tanto che per qualche tempo un ex Sindaco di Pachino si era molto impegnato affinchè questo avvenisse.

Tutta la comunità avrebbe accolto molto positivamente questa grande opportunità...
Oggi possiamo dire di avere perso una grande occasione...

NEL CORSO DEGLI ANNI
si è ARRIVATI AL PIT9: OCCASIONE UNICA

Fatto stà, nonostante l'importante occasione del PIT 9, rimane ancora inspiegabile la valenza politica di certe scelte(???): come mai, invece di concentrarsi sull'acquisto della Tonnara, occasione unica per coronare un disegno importante per tutta la comunità, che la polarità della Tonnara imponeva strategicamente e politicamente: si sono andati a concentrare e collocare nel pur significativo Palmento di Rudini ?
Come mai... mi chiedo???
Di chi è stata la brillante idea.. per una scelta di queste dimensioni????
Visto che se si fosse voluto operare nell'ambito vinicolo,come si stà facendo, si poteva trovare una ovvia alternativa, più centrale, se, per esempio fosse stato individuato un manufatto come poteva essere case Maucini??

Un manufatto in grado di espandere il suo raggio d'azione in una zona baricentrica a livello territoriale su tutto il territorio comunale!!!

Ma per effetto di "queste scelte", e bene essere chiari: oggi ci troviamo di fronte ad un quasi dramma sociale che vede vittime i pescatori.
Costretti ad un inderogabile passaggio epocale....che avviene con lo sfratto...Dove andranno????

Io credo che se la struttura fosse rimasta in mano pubblica sarebbe stato più facile trovare una soluzione.
Che, in quel caso, sarebbe stato auspicato fortemente come obiettivo politico da parte dall'ente pubblico di mantenere le attività di magazzinaggio in loco idoneo.

E oggi : anzichè sfrattare i pescatori da quelle stanze, che sono state per moltissimi anni il cuore dell' attività di pescatore: si sarebbe trovata una soluzione idonea...inserendoli nel contesto...

Il ricovero delle reti, per un pescatore è essenziale e credo che la soluzione andrebbe trovata nelle immediate adiacenze della struttura Tonnara-Balata.

Occorre operare una variante al progetto, al fine di ricavare una serie di box capaci di assolvere alle funzione di ricovero delle reti...

Variante dove potrebbe essere coinvolta anche una parte delle aree del demanio: al fine di realizzare un intevento urbanistico-architettonico capace di realizzare il recupero socio-commerciale e conservare la valenza di marketing intrinseco al luogo urbano-marinaro di Marzamemi.

Variante che, in ugual misura, deve interessare: sia la pubblica amministrazione, e dunque, il Sindaco; che l' impresa alberghiera, che condivide il valore di conservazione sociale delle attività marinare esistenti nel contesto urbano.
E le accetta, intelligentemente, come valore condiviso da preservare a cui trovare una soluzione nel contesto ambientale della Tonnara.

Occorre una soluzione che sistemi un insieme di cose....
Soluzione in grado di garantire la sistemazione delle barche, "Scieri" della Tonnara e la permanenza dei pescatori.
Una soluzione non facile...
Occorre operare con un progetto complessivo al fine che non vi sia una eccessiva alterazione dei valori ambientali ed antropici esistenti, poichè si rischia una "decontestualizzazione" eccessiva che porterà ad una rapida privatizzazione degli spazi pubblici.
Ciò potrebbe essere l'inizio di una nuova "era" per tutta Marzamemi...ma di decadenza....e di perdita di competitività turistica...a medio termine...Con la progressiva conseguente espulsione della comunità locale per effetto della progressiva "privatizzazione" di questi luoghi...

Saluti salati, Spiros