PORTOPALO - Che il settore della pesca attraversi un momento estremamente difficile non è certo una novità e per la marineria di Portopalo di Capo Passero, seconda in Sicilia dopo Mazara del Vallo, sono veramente momenti delicati. Oltre centocinquanta pescherecci per circa seicento addetti: sono queste alcune cifre del più importante settore economico del comune. Ma da tempo per imprese e pescatori locali sono veramente tempi bui. «E' un periodo che sta girando male per il nostro settore - afferma Nino, pescatore poco più che trentenne - ma la nostra preoccupazione è soprattutto per il basso livello dei prezzi che ci sta mettendo alle corde. Spesso si lavora solo per pagare le spese a fine mese». Al mercato ittico, in questo periodo di feste pensi di trovare un grosso afflusso di gente, invece ci sono giorni in cui al di là dei mediatori e di qualche altro operatore c'è una situazione da desolazione assoluta. «Non c'è mercato - dichiara un pescatore che incontriamo sulla banchina del porto - e siamo veramente allo stremo».
Quanto si potrà resistere di questo passo, tra il pesce che scarseggia e la poca attenzione dell'Unione Europea, sempre più concentrata sulla pesca nei mari del Nord, è difficile dirlo anche se un cambio di rotta s'impone per evitare che un settore tra i più importanti del «Sistema Italia» imploda con conseguenze facilmente prevedibili. «Altro che Termini Imerese - aggiunge un anziano pescatore - se va in frantumi la pesca i due terzi dell'economia portopalese saltano in aria». C'è il rischio, insomma, senza voler fare i pessimisti a oltranza che del paese con uno degli indici più bassi di disoccupazione in Sicilia non rimanga che un pallido ricordo. Aumentano, intanto, le domande di demolizione. Il desiderio di parecchi «uomini di mare» è quello di uscire al più presto possibile da questo settore. Corrado Scala è il capitano del motopeschereccio «Cico». «Per la piccola pesca sono soltanto note dolenti. - dice - Il problema è anche legato allo spazio acqueo che porta Malta a ventitrè miglia sui quarantasei complessivi mentre noi dobbiamo limitarci a dodici. E poi in ambito europeo c'è quasi una corsa a frenare la piccola pesca a favore delle grandi realtà. Ecco che per noi i margini di manovra si riducono sempre più».
Michele Taccone, assessore comunale alla Pesca, sottolinea l'impegno del ministro Alemanno e del sottosegretario Scarpa Bonazza Buora nell'ammorbidire la linea del commissario europeo per la pesca. «La proroga delle pesche speciali e il prolungamento del termine per le pratiche di ammodernamento dei mezzi fino al 2004 - dichiara Taccone - vanno nella direzione di sostegno concreto a questo settore». Va ricordato, inoltre, che le misure decise consentono le nuove costruzioni a parità di tonnellaggio rispetto a quelle demolite (si demolisce 100 e si costruisce altrettanto in sostanza). Un altro dato positivo viene dal costituendo «consorzio di ripopolamento» che riguarda le marinerie della provincia siracusana. «E' anche questo un dato da tenere in forte considerazione - aggiunge l'assessore alla Pesca - oltre al progetto che mira ad arrivare alla nascita di una nuova realtà: l'organizzazione dei produttori». Per i pescatori, dunque, sembra preannunciarsi un 2003 con qualche luce e parecchie ombre minacciose. E il tutto, tornando alla realtà di Portopalo, non dimenticando la pessima situazione dell'area portuale sempre più insabbiata mentre dalla Regione non arriva ancora alcun segnale nonostante il grido d'allarme lanciato sia dagli operatori che dal sindaco Cammisuli.
Fonte: LaSicilia.it il 30-12-2002 - Categoria: Cronaca