Ieri operai oggi dirigenti. Palermo: «Retrocedeteli»

Ieri operai oggi dirigenti. Palermo: «Retrocedeteli» PACHINO - Assunti come operai, ma promossi a funzionari con mansioni dirigenziali: ora la Regione ne chiede la retrocessione. È quanto accade al Comune di Pachino dove la Regione siciliana ha chiesto espressamente delucidazioni su alcuni funzionari che con «triplo salto carpiato» hanno assunto funzioni apicali all'interno delle macchina amministrativa, pur essendo stati assunti con funzioni prettamente operative e manuali. L'assessorato regionale alle Autonomie locali e alla funzione pubblica si è interessato in particolare a due casi, ma in realtà il problema accomunerebbe più persone che, nell'ambito delle progressioni verticali dell'organico della casa municipale sono passati dalla categoria A (la più bassa) alla D (quella riservata ai funzionari) e sono arrivati ad acquisire anche funzioni dirigenziali apicali. Merito certamente degli stessi impiegati che nel frattempo hanno conseguito la laurea, ma anche delle varie normative che hanno consentito la scalata verso il successo professionale. Tuttavia, nell'applicazione delle varie leggi relative al pubblico impiego, qualcosa sembra non quadrare. Secondo la vigente normativa, infatti, le progressioni verticali non possono consentire salti «astronomici», ammettendo solo passaggi da una categoria più bassa a quella immediatamente superiore. È quanto almeno sostiene l'assessorato regionale palermitano, guidato dal funzionario direttivo Mariastella Maniscalco e dal dirigente del servizio Aurora Dioguardi, che lo scorso primo agosto hanno chiesto delucidazioni al Comune di Pachino, sollecitando la revoca in autotutela delle determinazioni dirigenziali del 2005 con cui sono state le funzioni dirigenziali ad alcuni dipendenti.

Una scalata verso il successo a cui, sia durante le passate amministrazioni sia nell'attuale, si è interessata anche la Procura della Repubblica di Siracusa, acquisendo delibere e determine e chiedendo spiegazioni proprio sugli atti che riguardano il personale. E sulle promozioni molto si gioca sul filo di rasoio. Per taluni infatti, le promozioni non sarebbero arrivate grazie alle progressioni verticali, ma a seguito di selezioni interne a cui il personale munito di titoli di studio o che aveva svolto mansioni superiori, ha potuto accedere beneficiando delle pieghe normative in maniera legittima e nel rispetto delle norme sulla pubblica amministrazione. Peraltro, la scalata verso il successo non è stata indolore né per le casse comunali né per gli amministratori, costantemente alle prese con un surplus di dirigenti a cui va assegnata una retribuzione adeguata alla categoria e alle funzioni ricoperte, e con una mancanza di «truppe», tanto che la casa comunale è costretta a fare ricorso in maniera pressoché costante a cooperative e ditte esterne anche per l'espletamento di servizi ordinari, rimanendo spesso scoperta proprio nei settori operativi e strettamente manuali.

Salvatore Marziano
Fonte: LaSicilia.it il 25-08-2012 - Categoria: Cronaca

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