NOTO - La Casa di reclusione apre le sue porte alla cultura: settanta nuovi volumi di vari generi letterari da venerdì impinguano gli scaffali della biblioteca, in attesa di essere letti dagli ospiti dell'istituto. La lodevole iniziativa è partita dall'ex preside del Liceo Psicopedagogico di Pachino e letterato Corrado Di Pietro che, in occasione del 250° anniversario della fondazione della sua cittadina, caduto lo scorso anno e caratterizzato da numerose iniziative di carattere culturale e sociale sviluppatesi nel corso dell'anno, ha voluto ricordare anche coloro che oggettivamente vivono in condizioni di difficoltà.
«Tutta Pachino era in festa per questa ricorrenza. In quell'occasione ho pensato che fosse giusto coinvolgere in qualche modo anche i detenuti del carcere di Noto con un segno di solidarietà ed affetto, per far sentire loro di non essere soli. Mi sono chiesto che cosa potessi fare e ho pensato di prendere dei libri»- dichiara il preside che aggiunge: «Ho esternato la mia idea ad un gruppo di amici che hanno accolto con entusiasmo la mia proposta contribuendo con una piccola somma.
Dapprima ho acquistato trenta libri che però, pian piano sono diventati oltre settanta. L'aiuto dell'amico editore Ciccio Urso è stato prezioso. Come sempre quando si tratta di solidarietà non si tira indietro». Venerdì mattina insieme ad una piccola delegazione di amici costituita dal letterato avolese Sebastiano Burgaretta e dal poeta Corrado Di Pietro omonimo del preside, da Pippo Bufardeci, Angela Traversa, Gaetano Barbato, Giuseppina Ignaccolo, il preside accompagnato dalla moglie si è recato nella casa di reclusione dove ad attenderli erano la direttrice Angela Lanteri, il comandante Fiorini e l'educatrice capo dell'aria trattamentale dell'istituto Francesca Alì che ha fatto da prezioso «trait d'union» fra Di Pietro e la struttura carceraria. Da qui il gruppo si è spostato in biblioteca dove i quattro reclusi che si occupano del servizio hanno preso in consegna i volumi. Vivamente soddisfatta la direttrice Lanteri che ha plaudito alla sensibilità del preside e dei suoi amici nei confronti della Casa di reclusione. Contentissimi anche i detenuti che, a nome dei loro compagni hanno ringraziato con parole di commosso apprezzamento. «In carcere i libri hanno un valore anche maggiore perché ci permettono di sognare. Il vostro gesto inoltre ci fa sentire meno esclusi».
Cetty Amenta
Fonte:
LaSicilia.it il 24-03-2011 - Categoria:
Cronaca