PACHINO - Si avvicina il 30 novembre, data indicata dai responsabili della Onlus «L'Albero della Vita» per ricevere le spettanze pregresse da parte del Comune di Pachino ed evitare la chiusura delle attività a tutela dei minori. A difendere la Onlus, dopo il recente botta e risposta tra i vertici dell'organizzazione non lucrativa di utilità sociale e l'assessore ai Servizi sociali Patrizia Tossani, è stato il consigliere comunale di maggioranza Giuseppe Poidomani che, durante la recente seduta consiliare, ha definito le parole della Tossani «valutazioni soggettive che non tengono in conto l'importanza e il ruolo sociale di una Onlus come L'Albero della Vita». Una difesa netta per una posizione tutt'altro che isolata nell'ambito del gruppo consiliare di maggioranza che ha preso largamente le distanze dall'assessore ai Servizi sociali. La Onlus vanterebbe nei confronti del Comune di Pachino un credito molto consistente, si parla di circa 250 mila euro maturati dal 2009 in avanti, che rischia di fare implodere la realtà operante da parecchi anni nel territorio pachinese.

Nel frattempo, dal Comune di Portopalo sono arrivate le spettanze, relative ai mesi di agosto e settembre 2012, per l'inserimento di un minore nella comunità alloggio gestita dalla Onlus. Si tratta di una somma totale di euro 2.670,72. Raffaella Salerno, una delle operatrici della Onlus, nei giorni scorsi, rispondendo agli dichiarazioni dell'assessore Tossani, ha dichiarato: «La Onlus non ha mai fatto clientelismo e non ha mai assunto personale con sistemi clientelari. Noi non siamo il paravento di nessuno. Vanto venti mensilità arretrate assieme agli altri diciotto colleghi. Assieme al debito di diecimila euro per chi, con molta disponibilità continua a farci credito per portare da mangiare ai nostri ospiti».Fonti vicine alla Onlus dell'Albero della Vita fanno sapere di aver ricevuto la solidarietà di ampi strati della società civile pachinese nella diatriba aperta dalle dichiarazioni dell'assessore Tossani. In questa schermaglia, il sindaco Paolo Bonaiuto ha scelto di trincerarsi dietro un eloquente «no comment».

SERGIO TACCONE