Il Comune interviene sul petrolio

NOTO - L'assessore al Bilancio Ferlisi risponde alle interrogazioni poste dai consiglieri Bianca e Amenta in merito alle trivellazioni in territorio netino alla ricerca di greggio e di metano. Un tassello che si attendeva per completare il mosaico della questione Sarcis, società azionaria di ricerche e coltivazione di idrocarburi. "All'ufficio urbanistico del Comune la Sarcis ha comunicato la volontà di proseguire nelle esplorazioni e nell'approfondimento del pozzo denominato "Noto 3". Tale rapporto esiste dal 1998. L'amministrazione precedente non ne era al corrente, non ha reso pubblica la notizia, però ha incamerato sistematicamente le somme delle royalties versate dalla Sarcis". Precisa così Ferlisi anche per difendersi dalle "tante illazioni e inesattezze millantate", come lui stesso dichiara. Circa un mese fa veniva divulgata, tramite questo organo di stampa, la notizia di esplorazioni ed estrazioni di petrolio e metano, sistematicamente effettuate dalla Sarcis in territorio di Noto. Pochi in quella circostanza sembravano esserne al corrente. Difficile scoprire in quale zona del vasto territorio netino la società palermitana aveva operato e opera. Per una città come Noto, che fonda il suo sviluppo futuro sul turismo e sulla valorizzazione del patrimonio ambientale, la presenza di giacimenti di petrolio o metano potrebbe costituire una variante dalle implicazioni future non prevedibili. Si parla di trivellazioni in zona Bufalefi, tra Noto e Pachino, a due passi da Vendicari. Qualche preoccupazione per l'impatto ambientale viene avanzata dall'opposizione in Consiglio comunale. I pozzi però in contrada Bufalefi sono oramai sigillati.

Finalmente si fa il nome di S.Paolo. E' li che la Sarcis ha chiesto di riprendere le trivellazioni, ottenendo la proroga della concessione. La prova di un rapporto, esistente da alcuni anni, tra il Comune di Noto e la Sarcis sono le ricevute degli ultimi versamenti effettuati sul conto della Tesoreria comunale : 80.000 € nel 2002 per il 2001 e 138.000 € nel 2003 per il 2002, aliquote di prodotto proveniente dalla concessione del pozzo n. 1 denominato appunto " Noto 3". Tale aliquota precisa Ferlisi " viene versata dalla Sarcis all'amministrazione comunale nella misura del 7% della produzione ottenuta", e, continua ancora l'assessore, " e' spontaneo, a questo punto, chiedersi come avviene il controllo della quantità estratta. La società ha l'obbligo di inviare mensilmente i dati dell'attività estrattiva all'Assessorato all'Industria che, tramite il Corpo Regionale delle Miniere ha il compito specifico di verificare i quantitativi ricavati. Sin dal 1998 la titolarità della concessione apparteneva all'Ente Miniere siciliano. Nel 1999 la concessione fu trasferita alla Sarcis, società mista con la partecipazione della Regione siciliana ed ENI Spa". Le somme provenienti dall'attività estrattiva inizialmente venivano accreditate al Comune direttamente dalla Regione siciliana. Successivamente con il cambio di mano, è la Sarcis che eroga direttamente le aliquote all'Ente locale. " Ogni anno entro il 30 giugno vengono effettuati gli accrediti. I 2/3 dell'attività estrattiva vanno all'amministrazione comunale " puntualizza Ferlisi " ed 1/3 alla Regione Sicilia". L'assessore fa inoltre presente che l'attività estrattiva è stata sospesa il 17 luglio 2003 nelle more di espletare l'iter burocratico per continuare le ricerche e la produzione".

Cettina Raudino
Fonte: LaSicilia.it il 24-12-2003 - Categoria: Cronaca

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(ANSA) - PALERMO, 12 DIC - E' stato approvato definitivamente dalla commissione Istruzione pubblica e Beni culturali del Senato, in sede deliberante, il disegno di legge d' iniziativa dei deputati Giacomo de Ghislanzoni Cardoli (Fi) e Pietro Armani (An) recante le disposizioni per la tutela e la valorizzazione dell' architettura rurale. La legge, gia' approvata in sede legislativa dalla commissione Ambiente della Camera dei deputati il 30 settembre scorso, prevede l' istituzione presso il ministero dell' Economia di un Fondo nazionale per la tutela e la valorizzazione dell' architettura rurale, dell'ammontare di otto milioni di euro annui per il triennio 2003-2005, le cui risorse verranno ripartite tra le regioni e le province autonome sulla base del piano di interventi approvato da ciascuna regione e provincia autonoma e della quota di risorse da esse messe a disposizione. I proprietari degli edifici rurali individuati con decreto del ministero per i Beni e le attivita' culturali, su proposta della regioni, potranno beneficiare di un contributo per gli interventi di restauro fino al 50% della spesa ammessa, a condizione della non trasferibilita' dell'immobile per almeno un decennio. ''Con questa legge - ha affermato de Ghislanzoni - viene finalmente riconosciuto il valore storico, culturale e ambientale di un immenso patrimonio architettonico di matrice contadina, che affonda le radici nella nostra secolare tradizione rurale e che, proprio in quanto testimonianza storica e manifestazione di civilta', deve essere preservato dall'incuria e dal degrado''. Secondo il parlamnetare, ''insieme al recupero e' importante che vengano incentivati anche la conservazione dell' originaria destinazione d' uso e un utilizzo compatibile, come nel caso dell'agriturismo, che e' anche un' ottima opportunita' di integrazione del reddito agricolo''.(ANSA). MIR
12/12/2003 09:22


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