PORTOPALO - Risolvere il problema dell'approvvigionamento idrico ricorrendo ad un nuovo pozzo che possa permettere al territorio portopalese di staccarsi dalla dipendenza da Pachino. Questo l'obiettivo al quale punta l'amministrazione comunale, soprattutto in previsione della prossima stagione estiva. Le avvisaglie non sono positive. La situazione della condotta idrica di Noto, sulla quale poggia anche Pachino, con i suoi guasti e le necessità di interventi continui, non evita il rischio di sospensione dell'erogazione o comunque di temporanei blocchi che si ripercuotono a catena. A Portopalo, dopo il lunedì di pasquetta senza acqua in alcuni quartieri, sono seguiti altri due giorni di erogazione a singhiozzo. Gli accordi sottoscritti tra i due comuni prevedono un'erogazione di circa 19-20 litri al secondo che Pachino deve convogliare a Portopalo, dal momento che l'acqua arriva da un pozzo di proprietà portopalese, sfruttando però la condotta pachinese.

I costi dell'energia elettrica, che incidono finanziariamente per circa 60 mila euro annui, sono a carico di Portopalo. Sta di fatto che, non appena si registra un problema a Scalarangio (in territorio di Noto), un tratto che nulla ha a che vedere con il pozzo di Rosolini, ecco rispuntare i disservizi di erogazione idrica su Portopalo, non dimenticando che ad avere accesso nella «stanza dei bottoni», da dove si regola l'erogazione idrica, è escluso il personale del comune portopalese. Insomma, qualcosa non sembra quadrare e dal comune di Portopalo si sono detti più volte perplessi per questa situazione. Da più parti si è messa in evidenza la necessità di affrancarsi dalla dipendenza da Pachino, così da essere autonomi sul fronte della disponibilità idrica, soprattutto in vista dell'estate. Tramite il ricorso ad un finanziamento regionale l'obiettivo dell'amministrazione comunale è di sfruttare un'altra fonte di approvvigionamento, già individuata, che si troverebbe nel territorio di Portopalo.

SERGIO TACCONE