Il Comune? Una fabbrica di consulenze

Il Comune? Una fabbrica di consulenze PACHINO - L'inchiesta della Procura della Repubblica di Siracusa, che ha portato al sequestro di una mole di atti amministrativi al Comune di Pachino e in alcune aziende che hanno ricevuto l'affidamento di lavori pubblici da parte dell'ente pachinese, ha abbassato il già esiguo indice di credibilità dei cittadini verso la politica. «Il comune? Per molti è una fabbrica sforna consulenze e incarichi agli amici e agli amici degli amici - afferma un giovane pachinese - una sorta di bengodi che si registra da parecchi anni a questa parte». In paese si rincorrono alcune voci relative all'acquisizione di atti da parte degli organi inquirenti. C'è chi parla di riscontri per circa 50 mila euro di forniture di fiori, chi vocifera di personale impiegato per attività al palmento di Rudinì e poi invitato a restare a casa dopo l'acquisizione degli atti. «A Pachino - afferma un addetto del settore comunicazione - succede anche che diano oltre ottomila euro per pubblicità autogestita su un periodico ai più sconosciuto. Va bene promuovere il territorio, ma occhio anche al rapporto tra costi e benefici della promozione».

Pachino è uno dei comuni della provincia di Siracusa che da parecchi anni fa registrare uno degli indici più bassi di affluenza alle urne, persino alle amministrative. La disaffezione, insomma, è palpabile, la vivono con filosofia gli anziani, dall'alto della loro esperienza, la vivono con un maggiore senso del dramma i giovani che si sentono espropriati del loro futuro e della possibilità di vedere il proprio futuro nella dimensione per loro familiare, quella di Pachino. «Non è posto per sindaci», titolò tempo addietro il nostro giornale, poco prima delle elezioni amministrative 2009 che portarono a palazzo di città il funzionario di banca Paolo Bonaiuto. «La politica ha raggiunto forse il suo punto più basso e Pachino è lo specchio fedele di quello che si vede a livello nazionale» aggiunge uno studente universitario. Qualcuno se la prende, però, con i cittadini stessi: «Non seguono i consigli comunali né quello che succede dentro il palazzo, salvo poi lamentarsi ogni volta che ci sono le elezioni e votare, su per giù, sempre gli stessi».

SERGIO TACCONE
Fonte: LaSicilia.it il 09-04-2011 - Categoria: Cronaca

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